Care cittadine,
oggi ricorre la centoseiesima giornata internazionale delle donne.
Per molti aspetti quella che nacque come una giornata di lotta è divenuta una delle tante feste più o meno commerciali del nostro calendario civile. E ci sarebbe di che rallegrarsi, se questa trasformazione fosse dovuta a un effettivo raggiungimento degli obiettivi che, oltre un secolo fa, indussero l’Internazionale socialista a indire quella giornata.
Purtroppo sappiamo benissimo che non è così.
In molte parti del mondo le donne sono oppresse quanto se non più di un secolo fa (è il caso di tutti i paesi in cui i fondamentalismi religiosi hanno riportato indietro le lancette della storia, ma non solo) e anche dove hanno ottenuto ( a caro prezzo) diritti un tempo quasi impensabili, l’altra metà del cielo ha spesso reagito e reagisce con violenza alla nuova affermazione delle donne e alla loro conquistata autonomia.
Non mi è mai appartenuta e non mia appartiene una visione “femminista”, ma preferisco porre il problema in termini di dialettica e confronto tra le diversità.
Il confronto con l’Altro è sempre fonte di conflittualità e lo verifichiamo oggi in modo drammatico nelle lotte di religione, nella xenofobia montante, nel riemergere dello sciovinismo e degli egoismi nazionali…e non ultimo nel dilagare dei femminicidi, che riaccendono la guerra tra i sessi.
Proprio la dialettica tra uomini e donne, però, insegna anche che dal confronto tra alterità radicali può scaturire quanto di più prezioso l’essere umano può esprimere, come l’amore.
Una buona politica non può non essere erotica, nel senso autentico del termine: come si può dare qualcosa di sé in modo autentico alla collettività, se non si è prima imparato a darlo a un Altra/o?
Il mio invito, perciò, alle donne come agli uomini è imparare ad amare e imparare nell’amore. Amore per una persona, per una causa, per un ideale, significa mettersi in questione, confrontarsi, mutare.
L’amore non è la melassa delle frasi sdolcinate, non la possessività violenta, non l’accettazione supina dei desideri altrui, ma è un processo di crescita da compiere in due.
Ugualmente, la politica è un processo di crescita collettiva.
Questo mondo ha bisogno di amore e politica sani e le donne possono insegnare molto in questi due campi.
Spendo infine due parole sulla mia candidatura a Sindaco di Crema, spinta dalla riaffermazione di principi e valori su indicati che insieme al gruppo di lavoro della lista ‘Cambiare si può!’ ci impegneremo a perseguire al fianco di tutti i Cittadini.
Avv. Mimma Aiello – candidata Sindaco a Crema per la lista ‘Cambiare si può!’