Sabato 9 agosto 1986 improvvisamente riapparve nella calda estate metallica l’amico Fabrizio. A sorpresa riapparve senza avere Melissa attaccata al culo come da qualche mese. Riapparve con una notizia che avrebbe cambiato per sempre la storia della musica della città giocattolo: era entrato a far parte dello staff che organizzava lo spazio birreria della Festa dell’Unità. Forse lo strapotere dei Dobro sarebbe finito.
In contemporanea aveva lasciato Melissa, era riuscito a sconfiggere la sua melassa. Sarà comunque il primo di noi a sposarsi e ad avere un figlio, un paparino metal che metterà le maglie degli Iron al figlioletto. Il periodo di ferie era stato fatale al loro rapporto. Non mi dispiacque. Avrebbe avuto tempo di tornare a pieno regime nel gruppo, pensavo. Ovviamente mi sbagliavo. L’impegno come organizzatore lo avrebbe preso davvero tanto. Avrebbe presto scoperto di avere un fiuto incredibile nello scovare i nuovi talenti.
Il palco della birreria della festa della città giocattolo sarebbe diventato una Bengodi dove nel corso dei 20 anni a seguire sarebbero salite, un secondo prima di esplodere, tutte la band italiane che hanno fatto la storia dell’indie rock. Metal poco però.
Fabrizio aveva scoperto che c’erano anche altre cose. Ce le avrebbe fatte sentire come deejay con il fido sodale Jury nei prossimi 20 anni in tutti i pub della città giocattolo. La sua dipartita però era un altro duro colpo per l’esordio dei Medalllo, che a questo punto sembrava non dovesse più avvenire. Certo c’era Paolo che scalpitava.
“La batteria non la porto via dalla sala prove, potete prendere Paolo al mio posto, è li che aspetta solo quello intanto”, fu lo stesso Fabrizio a suggerire la soluzione per l’ennesima resurrezione della band. Paolo ne sarebbe stato entusiasta. Un orgasmo per lui.
Proprio quel giorno usciva il nono disco dei Motörhead: Orgasmatron, appunto. Anche Lemmy volle firmare con la sua voce sgraziata il crollo delle mura di Gerico di quell’anno. L’unico singolo del disco, Deaf Forever, sordo per sempre, andò in rotazione sulle tv musicali che iniziavano ad impazzare. Non era ancora arrivato in Italia il brand Mtv. Ma in Italia due anni prima era nata la prima tv all-music d’Europa: Videomusic. Dodici anni di pionieristica storia iniziata la notte del primo aprile del 1984. Certo il video inaugurale non era di buon auspicio per noi popolo metallico: All Night Long (All Night) di Lionel Richie.
Ma tra i primi videoclip trasmessi c’era anche Rock the Casbah dei Clash. Nel 1986 iniziava un programma che ci avrebbe forgiato: Heavy, in cui il dj inglese Clive Malcolm Griffiths, oggi voce di Radio Montecarlo, indossava i panni del truzzo metallaro Kleever. Ma Videomusic inaugurò anche la serie di concerti Live! con riprese originali delle performance che sono divenuti filmati cult che ancora oggi si trovano su You Tube.
Tra i primi un set degli Iron Maiden divenuto cult e registrato da tutti i nostri primordiali videoregistratori. Vedere anche Lemmy in tv fu l’ennesima prova che il mondo stava cambiando. Mancava solo l’invasione delle radio e l’avvallo della critica per sancire definitivamente l’ingresso del metal nel Pantheon della musica popolare. Sarebbero arrivati entrambi in quell’incredibile ultimo scorcio di anno che è stato il 1986.
In otto mesi eravamo usciti dalle cantine, avevamo invaso le edicole ed i negozi di dischi della città giocattolo (adesso il Videoclip aveva mezzo negozio dedicato al metal che era la sua fonte primaria di reddito, al riflusso con tentativo di darsi al jazz il negozio fallirà), eravamo entrati in classifica su Sorrisi & canzoni e arrivati in tv. Eravamo…
Erano. I Medalllo in 8 mesi si erano formati e sciolti almeno tre volte. Avevano un set di cinque canzoni sferraglianti prese dal repertorio degli Iron Maiden. Avevano un bassista col polso rotto e avevano perso uno dei membri fondatori, il batterista. Avevano un chitarrista negli States, e che presto avrebbe sentito le sirene di altre band suonagli attorno, avevano un cantante monocorde e depresso e una sala prove scalcagnata di cui dovevano ancora pagare l’affitto del mese. Erano stati sui giornali solo per lo sgombero di via Brescia. Si sentivano sorpassati dalla generazione nuova e più giovane che già si affacciava, e sentirsi vecchi a 17 anni è terribile.
Come detto avevamo l’affitto da pagare il giorno dopo e metà dei soldi ancora mancavano, ma cazzo era agosto il padrone di casa ci avrebbe perdonato no? Lo speravo visto che avrei dovuto presentarmi io da lui con 40 mila lire in tasca e la speranza che fosse di buzzo buono e non mi predesse a calci.
Forse la fortuna, forse la vista di un ragazzino emaciato e stralunato, quanto stà che le 40 mila lire bastarono per attaccarsi ancora una volta con i denti alla speranza di proseguire.
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