Scriveva tempo fa il bravo Luigi Garlando della Gazzetta dello Sport che Narciso Pezzotti detto “Ciso” da Offanengo, ex attaccante classe 1942 e soprattutto grande tecnico, o meglio, insegnante di calcio affiliato, cioè inserito nello staff tecnico di mister Marcello Lippi, quando il Lippi internazionalpopolare allena, vaga per gli allenamenti con un pallone sottobraccio e talvolta, a turno, isola qualche calciatore per fargli ripassare esercizi basilari e fondamentali quali stop, tiro al volo, eccetera.

Ai tempi della Juventus pure un certo Zidane fu sottoposto a tali sedute, mentre durante il doppio interregno del Marcello da Viareggio, fu Gattuso uno dei più tartassati, ed educato dalla cura Pezzotti, professore di football che farebbe comodo a parecchie squadre. Pep Guardiola, tecnico Sciamano fashion, al Barcellona chiedeva ai suoi campioni di formare un cerchio tenendosi per mano e di palleggiare un pallone senza farlo cadere. Tempo fa, Roberto Mancini, trainer dell’Inter disse che avrebbe messo i suoi calciatori dinanzi a un muro per allenarli al palleggio.

Che significa tutto questo? Che forse invece di ammirare e invidiare certe partite internazionali, ecco chi sa e può dovrebbe tornare a fare meno tattica e più tecnica. Sì poiché … i vecchi difensori della premiata scuola italiana che fu, per intenderci i vari Riccardo Ferri, Scirea, Brio, Baresi, Filippo Galli, Costacurta, Gentile, Ferrara, Carrera, Porrini, Torricelli, Nesta, Materazzi e Cannavaro, uno come Coman (ex Juve e ora prodigio del Bayern) avrebbero certamente saputo arginarlo. No?

Stefano Mauri

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