Alle soglie del 1900 la città stava mutando. Una ricorrenza che cade in questi giorni ci da l’occasione di raccontare la storia del profondo mutamento della diocesi di Crema negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Oggi 199 anni fa nasceva Francesco Sabbia. Meneghino di adozione cremasca, era nato a Milano il 3 ottobre del 1814, ha retto lo scranno episcopale della nostra diocesi per 22 anni.
Vescovo ci era diventato a 57 anni, dopo 34 anni di sacerdozio spesi nel cremasco. La sua nomina a vescovo avvenne il 27 ottobre del 1871 e rimase vescovo della nostra città fino alla morte, avvenuta il 17 giugno del 1893. Più di due decenni in cui iniziò il profondo mutamento della diocesi di Crema, terminato da un altro milanese, monsignor Ernesto Fontana, che fu vescovo di Crema dal 1894 al 1910.
I due diedero una forte spinta all’istruzione religiosa. Monsignor Francesco Sabbia fece tesoro della lezione abbozzata dai suo predecessori come Carlo Macchi e Pietro Maria Ferrè. Ma il suo non fu un compito facile. Monsignor Sabbia prese per mano la nostra diocesi dopo 5 anni di sede vacante in cui si era temuta addirittura una soppressione della sede.
Iniziò da subito a lavorare dando una particolare importanza al catechismo, soprattutto per i ragazzi delle famiglie povere e contadine. Ma a lui si deve anche una forte spinta alla stampa cattolica locale e una grande moralizzazione della presenza cattolica nella vita pubblica. Impose infatti che i cattolici cremaschi avessero un ruolo attivo preferibilmente nell’amministrazione piuttosto che nella politica.
Ma a lui si deve anche la particolare propensione alla presenza di religiose nella vita diocesana. Durante il suo episcopato, infatti, porto a Crema le suore del Buon Pastore di Gesù, oggi una vera e propria istituzione cittadina. L’idea gli venne dopo le ripetute ed amichevoli visite alle suore della casa famiglia di Sulbiate. Tutte le sue idee le portò in assise regionale, partecipando alla prima Conferenza Episcopale Lombarda che si tenne nel Convento dei Padri Oblati di Rho nel settembre 1891.
Un ultimo appunto sulla sua vita risiede nella storia del Santuario di Santa Maria delle Grazie. L’incoronazione dell’immagine della Madonna col Bambino concessa dal Capitolo Vaticano, così come i restauri dei dipinti di Angelo Bacchetta, si devono alla forte insistenza di monsignor Sabbia che amava moltissimo la chiesetta di via delle Grazie.
La presenza alla cerimonia ufficiale di inaugurazione fu uno degli ultimi atti pubblici della sua vita, l’8 settembre del 1892. Quel giorno a Crema arrivarono anche monsignor De Neckere del Capitolo Vaticano e di monsignor Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona. Due giorni dopo nel santuario celebrò una messa monsignor Giuseppe Melchiorre Sarto, allora vescovo di Mantova, il futuro papa Pio X. Come detto il mutamento diocesano lo proseguì Ernesto Fontana.
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