Mentre a Milano, sulla sponda nerazzurra dell’Inter, con l’ingresso della nuova proprietà cinese, Massimo Moratti e il suo generoso football all’insegna del mecenatismo sono usciti di scena. Mentre tutto scorre e da altre parti d’Italia il connubio calcio – mecenate vacilla, ecco, contrariamente a tale tendenza, a Cremona, la romantica e nobile decaduta Cremonese, grazie al suo generosissimo finanziatore autoctono Giovanni Arvedi continua a pensare in grande fedele alle origini. Sì perché il Cavalier Arvedi, almeno per il momento non molla e continuerà a investire, come del resto ha fatto sin qui, euro pesanti e pensanti nel suo progetto calcistico grigiorosso. E proprio per ridare energia alla Cremo, nei giorni scorsi, Arvedi in persona ha ridato energia all’ambiente piazzando, alla presidenza, al posto dell’ormai ex presidente Gigi Simoni (purtroppo non è riuscito a portare la serie B a Cremona, ora si fermerà un momento ai box e scriverà un libro, ndr) l’ex portierone Michelangelo Rampulla, pure lui vecchia, indimenticabile gloria cremonese.
Rampulla insieme al direttore sportivo Giammarioli e al neotecnico Attilio Tesser (sulle sponde cremonesi del Po ritroverà la magia che scovò a Novara portando il locale club dalla Lega Pro alla serie A? – ndr) comporrà quindi la Triade Calcistica del Po con l’obiettivo di lottare subito per provare a vincere il prossimo campionato 2016 – 2017. Rampulla, personaggio ben inserito negli ambienti (in particolare quelli juventini bianconeri) calcistici che contano, prima di intraprendere la carriera dirigenziale alla corte del patron Arvedi, beh ha parlato al telefono, ottenendo tra l’altro una sorte di benedizione laica, con calciofili illustri del calibro di Marcello Lippi, Andrea Agnelli e Beppe Marotta. Personaggioni questi che, il buon Michelangelo, proprio per i suoi trascorsi bianconeri conosce benissimo. Così, ecco, sfruttando tali conoscenze, magari tra la città del Violino e Torino (sponda Juventus), calcisticamente parlando potrebbe instaurarsi un feeling speciale. Un legame in grado di alimentare la grande voglia di serie B e di calcio che conta che hanno a Cremona.
Stefano Mauri