E’ stata una serata a tutti anni ’80, e anche io mi sentivo come negli anni ’80. Cioè un po’ più giovane, un po’ più sano, un po’ meno serio (oddio serio). Una serata situazionista, con il pubblico che cantava Tanz bambolina senza una band sul palco, ma anche senza l’artista. Ha 63 anni Alberto Camerini, e si vedono. Ma si diverte ancora da morire a fare l’arlecchino elettronico.

Non è certo uno di quelli che ti fa penare il suo brano cult. Certo che però 5 volte in una serata Rock’n’rool robot non se le aspettava nessuno. Prima con gli Overdreams a fargli da band, poi da solo con le basi. Dici è una roba triste per un mito della musica italiana andare in giro a fare il karaoke di se stesso. Di primo acchito diresti di si. Diresti madonna l’Alberto come è brasato.

Invece basta poco per superare ogni remora e trovarsi a cantare a squarciagola i pezzi che hanno segnato i nostri 16 anni. Anche quelli più recalcitranti alla fine ballano. Lui ogni tanto canna base, ogni tanto buca un verso, ma si diverte da morire. “Ha capito tutto lui della vita”, mi dice ridendo Andrea Spinelli degli Overdreams. Si probabilmente ha capito molto più di me.

La serata è surreale. Ad un certo punto mi si avvicina una signora e mi dice: “Ma sei Emanuele? Ma dai sei famoso”, oddio il mio ego ringrazia ma inizio a preoccuparmi, è una fan sfegatata degli Overdreams che ha portato la nipote quindicenne e a sentire gli (ex) ragazzi, e di riflesso becco anche io “la luce” del gruppo.

Sfoggio la mia maglietta degli Statuto comprata in una sera forse simile, il 27 dicembre all’Hiroshima Mon Amour di Torino. Ad un certo punto appare Denis Guerini, non centra davvero un cazzo in questa atmosfera demenziale, infatti scompare poco dopo. Apparizione? Intanto l’Alberto fa avanti. Cantiamo tutti Serenella, anche il Plitz all’ottavo cuba libre dietro al banco del dj. Maddai da un metallone non me lo aspettavo. Ma lui è così.

Finite le basi tornano sul palco gli Overdreams, con Camerini fanno un paio di pezzi dei Ramones, ovviamente Blitzkieg pop e poi Sheena punk rockers. Non sentivo suonare così “benevolmente male” da anni, non si esce vivi dagli anni ’80, e mischiare un buon Franciacorta bevuto in enoteca con della pessima birra alla spina non mi farà uscire vivo dal mal di testa domani mattina. Una pessima birra che mi dicono essere Ceres alla spina, ecco ho ancora buoni gusti personali… Sempre detestato la Ceres.

Si poga, Elena, che sarà piccola ma è una grande rockettona, spintona, Così le sue amiche, distinte solo all’apparenza poi wave da morire. Come sarà wave la colonna sonora messa dal buon Macks dopo i concerti. Continio a scherzare dicendo che non ballavo dal 1989, non è vero ma quasi. Stare fermi con A forest o Tainted love è davvero improbabile.

Mollo alle 2. Per me è un mezzo record. Tornerò a Stigmata il 20 marzo per la reunion degli Sos. Devo dire che questi anni ’80 che non vogliono saperne di morire, finche non moriremo tutti noi loro protagonisti (in piccolo o grande) alla fine continuano a divertire. E fanculo ai fighetti da indie rock tutto ricercato.

Emanuele Mandelli

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