La candidatura della Città Eterna come location per i giochi olimpici in programma nel 2024 è una delle news di cultura e ovviamente di sport che hanno movimentato il dibattito nell’opinione pubblica non solo italiana. I giornali di tutto il mondo, compreso Tag24 nella sezione notizie culturali, hanno dato ampio risalto all’annuncio con cui Matteo Renzi ha reso noto l’intenzione di presentare la candidatura di Roma per i Giochi Olimpici, anche perché tale decisione è arrivata a soli due anni di distanza dal “niet” con cui Mario Monti bocciò la richiesta del Coni di dare il via libera a quella per i Giochi del 2024.

L’allora Presidente del Consiglio motivò la decisione facendo presente come i costi per lo Stato sarebbero stati eccessivi e paventò il rischio di trovarsi, negli anni successivi, nella stessa situazione della Grecia: è risaputo che l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 2004 ha probabilmente dato il colpo definitivo alla già allora dissestata situazione delle finanze pubbliche del paese ellenico.

Ebbene, il dibattito sull’opportunità o meno di una candidatura di Roma per i Giochi del 2024, iniziato subito dopo l’annuncio di Renzi e Malagò, sembra destinato ad andare avanti per lungo tempo e la discussione si può sintetizzare nella domanda “è un azzardo o un’occasione”?

Coloro che si schierano con decisione contro l’idea di una candidatura della Capitale basano la propria posizione sul fatto che 8 città hanno ritirato la propria candidatura o cambiato idea sulla possibilità di presentarla per quel che riguarda le Olimpiadi Invernali del 2022: questo sarebbe un segno tangibile che organizzare la kermesse olimpica, sia essa quella invernale o quella estiva, storicamente la più importante, non è più conveniente da un punto di vista economico.

Inoltre, a detta di chi si dice contrario all’ipotesi di una Roma sede dell’Olimpiade 2024, il nostro paese non è in grado di sostenere i costi per l’organizzazione di un evento simile. Secondo alcune stime bisognerebbe mettere in campo una cifra non inferiore ai 10 miliardi di euro e di questi almeno la metà arriverebbe dallo Stato.

Ma a rendere coloro che si sono schierati per il “no” così categorici sono gli scandali legati all’organizzazione dei Mondiali di calcio del 1990 e a quelli dei nuoto di sei anni fa, precedenti che uniti a tutti gli scandali che hanno colpito il mondo imprenditoriale e politico italiano (ultimo in ordine di tempo è quello della cosiddetta “Cupola” romana) negli ultimi 30 anni renderebbero praticamente certo il proliferare di appalti truccati e di spartizione di denaro pubblico da parte di chi mira a lucrare sull’organizzazione di grandi eventi.

Chi si schiera a favore della candidatura di Roma afferma che se le obiezioni di chi è contrario sono più che lecite perchè basate su dati di fatto purtroppo incontrovertibili, non si può però negare che organizzare un evento così importante come le Olimpiadi potrebbe dare modo all’Italia di far vedere la parte migliore di se e far ricredere quanti ritengono impossibile che in Italia si possa affrontare una sfida simile senza incappare in scandali, ritardi, malaffare e costi esorbitanti. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto si pone l’accento sul fatto che a ospitare le varie gare sarebbero anche altre città italiane, il che comporterebbe sicuramente un abbassamento dei costi da sostenere.

Chi vede Roma 2024 come un’occasione afferma inoltre che questo potrebbe essere il modo migliore per mostrare a tutto il mondo, anche quei giornali stranieri che hanno avuto parole di scherno per la decisione di correre per organizzare i Giochi, che Roma nonché la città dei Buzzi, dei Carminati, della corruzione, ma una capitale europea in grado di ospitare al meglio l’evento sportivo più importante e seguito al mondo.

Insomma, organizzare le Olimpiadi che si svolgeranno tra 9 anni potrebbe essere il modo per rilanciare l’immagine dell’Italia a livello globale e per aiutare la ripresa dell’economia, con la creazione di nuovi posti di lavoro e l’affidamento dei lavori a quelle imprese che rispondano a determinati parametri, quali la data di consegna degli impianti e il rispetto dei costi concordati al momento dell’aggiudicazione dell’appalto.

 Monica Fabrizi

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