Domenica 5 marzo alle ore 15.30 presso la sala Convegni della ex Filanda avrà luogo la presentazione del progetto didattico “Oltre i confini. Progetto di valorizzazione del patrimonio museale in chiave interculturale”, promosso dal Comune di Soncino e dal Museo Civico Archeologico “Aquaria” con il sostegno di Regione Lombardia. Dalle ore 16.00 nella sede del Museo Civico, all’interno della Rocca Sforzesca, gli alunni delle scuole di Soncino, Gallignano e Genivolta vestiranno i panni di operatori didattici, conducendo visite guidate alle sezione dell’età del Ferro in italiano, rumeno, indiano, arabo.
Il borgo di Soncino si connota da sempre come terra di confine ai margini delle province di Cremona, Brescia e Bergamo. Questo carattere multiculturale ancora oggi documentato da forme dialettali derivate dalla fusione di modi di dire attinti dalle diverse aree, si doveva cogliere in modo pregnante anche nell’antichità. Il territorio durante la seconda età del Ferro si connotava infatti come area cuscinetto, al confine tra mondo Insubre e Cenomane, in una zona in cui non prevaleva l’una o l’altra tribù, ma in cui verosimilmente si mischiavano etnie diverse, elemento questo che trova riscontro nelle evidenze archeologiche più antiche.
Fiore all’occhiello dell’esposizione del nuovo museo civico è proprio la sezione dedicata alla seconda età del Ferro in cui gli splendidi corredi di armati (III secolo a.C.) documentano le prime generazioni di Celti. Alla fase più recente della medesima epoca si collocano invece le sepolture rinvenute nel 2008 a Isengo (fine II- metà I secolo a.C.), testimoni dei contatti culturali tra le popolazioni stanziate in loco e i nuovi coloni giunti a seguito alla conquista della Gallia Cisalpina da parte dei Romani. Il processo di integrazione ormai avviato si coglie in modo immediato nei corredi di Isengo grazie alla presenza di armi defunzionalizzate, che lasciano il posto ad attrezzi da lavoro tipici del mondo agricolo pastorale, simbolo di una pace raggiunta e di una compenetrazione culturale ormai avvenuta. Elementi celtici si accostano a oggetti già pienamente romani come nel caso dell’offerta monetale costituita, in tutte le sepolture, da assi repubblicani affiancati a dracme padane.
Partendo dai materiali esposti simbolo della fusione di mondi diversi, si intende proporre una lettura in chiave interculturale del territorio e delle vicende che lo caratterizzarono dalla fase più antica fino all’epoca dell’occupazione romana. Il progetto rivolto al mondo della scuola è stato strutturato in diversi incontri che si sono svolti alternativamente nelle sale del museo, nel laboratorio didattico e a scuola, attraverso l’impiego di strategie diversificate (lezioni frontali con il supporto multimediale, attività pratiche, visite dialogate).
A pochi anni dall’inaugurazione, l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale è quello di promuovere e valorizzare il patrimonio archeologico del museo e la sua conoscenza presso i soncinesi, coinvolgendo le scuole che hanno assunto il ruolo di veicolo per il pubblico adulto e gli stranieri, di creare interesse e affezione per una realtà che mira ad essere terreno di incontro e crescita culturale, oltre che di ampliare l’offerta educativa evidenziando l’importanza del legame tra museo e territorio. Il progetto è stato realizzato grazie alle risorse assegnate da Regionale Lombardia al Comune di Soncino a seguito della partecipazione ad un bando finalizzato alla valorizzazione di musei di enti locali o di interesse locale, sistemi museali locali o reti regionali di musei (l.r. 39/74).
Interverranno: Erika Manini, Assessore al Turismo, commercio e pubblici esercizi; Cristina Cappellini, Assessore Regionale Culture, identità e autonomie; Nicoletta Cecchini, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Cremona, Lodi e Mantova; Cristina Manzoni, insegnante della scuola primaria di Soncino.