Agazzi ci ha fatto un hashtag, #commerciantitutticontenti, noi abbiamo polemizzato un po’ per la mancanza di bagni pubblici all’interno di queste manifestazioni (su cui ritorneremo appena avremo informazioni precise). Ma vorremmo partire da due notizie apparse sul quotidiano La Provincia per fare alcune considerazioni.

A seguito dell’uno due di manifestazioni enogastronomiche importanti che hanno occupato le piazze di Crema, prima Vini e sapori e poi il Mercato europeo, i commercianti hanno raccolto duecento firme per lanciare il manifesto No parking no business. Detto che le manifestazioni suddette sono organizzate… dalle associazioni di commercianti (Confcommercio e Confesercenti in questo caso), ma si sa tra le 4 anime del commercio cremasco non corre buon sangue, e detto che come avevamo già scritto non crediamo che i 40/50 stalli di piazza Trento Trieste occupati la scorsa domenica spostino di tanto il baricentro dei posteggi in centro, è tempo di buttare in campo una seconda notizia.

Il giorno dopo sempre sulle colonne de La Provincia appare una intervista all’assessore Matteo Piloni. Tante belle cose sulle novità legate alla ciclabili, e vanno benissimo. Poi in fondo butta lì una cosa, che giustamente fa il titolo del pezzo. Una Ztl in centro. Una zona a traffico limitato che comprenda, parole sue, “via Mazzini, via XX Settembre, via Matteotti, piazza Aldo Moro e piazza Trento Trieste”, saranno contenti i commercianti che si incazzano per una domenica senza una piazza.

A me l’idea piace. Da molto tempo sostengo che piazza Trento Trieste potrebbe essere chiusa al traffico per levare i posteggi e farne un polo culturale cremasco, visto la presenza del teatro e del mercato austroungarico. E tutti conoscono la mia battaglia per il recupero dell’auditorium Cavalli. Abito in un quartiere ipercongestionato del centro dove gli abitanti faticano a trovare i posteggi per il posteggio selvaggio che c’è.

Ma tornando a No parking no business. Chi viene in città da fuori per fare due passi e qualche compera non posteggia di certo in centro. Ci sono diversi posteggi semi periferici che permettono di raggiungere il centro in 3 minuti a piedi, Buca, Porta Nova, Cimitero. Sarebbe giusto lasciare gli stalli in centro a chi ci abita, magari riducendoli al numero necessario per i residenti.

Ma giovano le bancarelle dove si può mangiare in centro e hanno senso le proteste dei commercianti? Sinceramente ho pranzato per due domeniche in piazza, in scorci suggestivi della città che altrimenti non sarebbero a disposizione. Questo è un discorso già fatto. Pranzare la domenica in città a Crema è impossibile. Tante realtà sono chiuse, e tante sono quelle di fascia alta dove non vai certo a fare un pranzo veloce e divertente per stare in giro. Il fatto che al Mercato europeo, dove si poteva pranzare con 10 euro, ci fossero domenica centinaia di cremaschi dovrebbe far pensare i commercianti che si lamentano dell’eccesso di proposte.

Costerebbe tanto farci in casa di tanto in tanto una cosa tipo quella dell’Amatriciana solidale delle Tavole Cremasche? Manifestazione che ha visto 1500 cremaschi pranzare tre domeniche fa. Se arrivano proposte dal territorio chi ha voglia di vivere la città le adotta e la città si anima, e questo di certo giova anche al commercio “stanziale”.

Insomma mi pare un po’ la sindrome in città non c’è un cazzo, in città c’è troppo. Vai a vedere i giornali dei periodi morti, tipo i mesi che vanno da febbraio ad aprile, e ci si lamenta che non ci sono proposte culturali per attirare da fuori. Poi guardi i mesi vivi per antonomasia, settembre e ottobre e dicembre e madonna troppe cose. Tutto insieme. Una sorta di schizofrenia. Io da golosone dico viva queste manifestazioni. Pensatemi quando domenica pranzerò in casa mentre tre quarti dei ristornati cremaschi sono sparangati.

Emanuele Mandelli

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