Pietro Valsecchi il cremasco di mondo, innamorato di Crema e dei Tortelli Cremaschi, che ha realizzato il suo sogno: fare cinema e televisione, ma non ha smesso di sognare

Pietro Valsecchi il cremasco di mondo, innamorato di Crema e dei Tortelli Cremaschi, che ha realizzato il suo sogno: fare cinema e televisione, ma non ha smesso di sognare

Cremasco giramondo e romano d’adozione, Pietro Valsecchi, classe 1953 con Crema comunque nel cuore, è riuscito ad affrontare il dolore per la perdita della mamma quando era ancora un bambino. Quel grande schermo che lo affascinava e distraeva con i film dei grandi maestri è diventato un sogno da realizzare: farne parte, prima come attore, poi come produttore. Ecco quindi il Dams, passaggio obbligatorio per chi voleva esprimersi con grande creatività per poi entrare nel mondo dello spettacolo. Nel 1977 si è trasferito a Roma, altro passaggio obbligato per le sue aspirazioni, ormai molto chiare. Qui ha lasciato la recitazione per diventare produttore cinematografico. Nel 1991, insieme con la moglie Camilla Nesbitt, ha fondato la società di produzione Taodue Film – di cui oggi è amministratore delegato – attraverso cui ha realizzato storie di impatto civile: dal film Un eroe borghese (1995, di Michele Placido) fino alle miniserie televisive di grande successo che hanno cambiato il passo alla televisione italiana, tra cui Ultimo, Uno bianca, Paolo Borsellino, Maria MontessoriUna vita per i bambini, L’ultimo padrino, Aldo Moro – Il presidente, Squadra Antimafia – Palermo oggi. Tra le produzioni più incisive, i film campioni di incassi con Checco Zalone e diretti da Gennaro Nunziante (Cado dalle nubi, 2009; Che bella giornata, 2011; Sole a catinelle, 2013; Quo vado?, 2015). E siccome la fantasia non conosce confini, Valsecchi è anche un apprezzato scrittore. Dopo alcuni titoli dedicati a temi di attualità, si è cimentato con il cibo in Benvenuti a tavola!, scritto a quattro mani con Andrea Grignaffini, poi con una grande saga famigliare, la trilogia Prima famiglia, ambientata tra gli emigrati italiani a New York a inizio ‘900 (Mondadori), e nel 2021 ha rivolto lo sguardo al mondo magico delle fiabe con Babbo Natale Interstellar (Mondadori). Però il suo ha la turboslitta… Ecco come Pietro Valsecchi, a Forbes nei mesi scorsi ha raccontato i suoi giorni del grande lutto… “Il cinema è stato fondamentale per uscire dal trauma della morte di mia madre quando ero ancora un bambino. Per me era un’evasione, un mezzo per superare questo dolore, e già mi rendevo conto che era quello che avrei voluto fare da grande”. Il rapporto tra Valsecchi e i Tortelli Cremaschi? Eccolo: “I Tortelli Cremaschi, un vero capolavoro, con il loro ripieno che racconta una storia degna di un film”. Il legame del produttore affermato, con la sua città e il suo territorio, protagonisti del film di Luca Guadagnino ‘Chiamami col tuo nome’? Così lo ha scritto, lo stesso Pietro Valsecchi, anni fa con un suo articolo sul quotidiano La Repubblica: “La prima immagine che mi viene in mente pensando alla Crema della mia memoria è sfocata ed indistinta, è l’immagine della nebbia che avvolgeva tutto e rendeva tutto magico e possibile. Le ombre che apparivano improvvise sotto i lampioni, e un bacio rubato a una ragazza che forse era quella sbagliata: queste immagini non me le posso dimenticare. Così come non mi posso dimenticare le estati infinite nelle campagne, nel fiume Serio, acqua dolce da bere limpida come l’anima, con gli amici, con le ragazze e con quella luce che non lascia tregua.


E forse non è un caso che io come tanti altri amici che veniamo da questi luoghi abbiamo scelto di occuparci di cinema, un mestiere dove i sogni, dalla nebbia dell’immaginazione, prendono corpo attraverso la luce. Ormai sono tanti anni che ho lasciato Crema; c’era l’Olivetti, altre industrie importanti e soprattutto la campagna, il senso forte di una civiltà agricola, ma di tutto questo ora non so cos’è rimasto. Erano anni di cambiamento, di rivoluzione e noi guardavamo a Milano, la sognavamo, ma intanto vivevamo di emozioni semplici. Come buttarsi dai ponti e farsi portare dalla corrente, nascondendo nel cuore la paura che c’era rimasta dentro quando qualcuno ci raccontava di un ragazzo annegato nel fiume. O passare le giornate più calde a cercare sollievo nella solitudine di un fiume che ci accarezzava la vita, infondendo un senso di pace. Ricordo i canali dove d’estate ci si rinfrescava e d’inverno invece si sfidava la sorte, camminandoci sopra quando erano ghiacciati, e qualche volta si spezzava la lastra e si tornava a casa zuppi di acqua gelida. E poi i sapori della cucina cremasca, prima di tutto i tortelli cremaschi che andavo sempre a mangiare con il mio amico Cecco da Franchina, lasciando il conto da pagare a sua zia. Ecco, i tortelli cremaschi, un vero capolavoro, con il loro ripieno che racconta una storia degna di un film, probabilmente nati sotto la dominazione veneziana: le navi provenienti dall’oriente che arrivavano a Venezia, a Punta della Dogana, cariche di spezie che poi finivano, secondo una raffinata alchimia, all’interno dei tortelli, come tesori in uno scrigno. Ora quella ricchezza di sapori la ritrovo quando torno alla trattoria Via vai, dove riscopro le stesse sensazioni.
E mi piace tornare a Crema soprattutto quando c’è la nebbia, per riscoprire i luoghi in cui mi sono formato, in cui ho sofferto i più grandi dolori, come quando è morta mia madre, avevo nove anni, ma dove ho anche trovato le più grandi amicizie e dove sono stato stregato dal cinema e dal teatro. Gli amici a cui devo così tanto sono persone eccezionali, come Carlo Rivolta che mi insegnato la passione per il teatro, o Aldo Spoldi, artista folle e visionario con cui giravo per Crema con un cellophane in testa, mentre lui mi fotografava sullo sfondo dei palazzi nobiliari, palazzo Terni, palazzo Premoli, il Duomo, entrando involontariamente nell’opera d’arte. E poi Giorgio Bettinelli che mi ha trasmesso la passione per la chitarra, e ancora Marco Tullio Giordana, cremasco Doc, che ha lasciato un’impronta fondamentale nel cinema italiano con capolavori come I cento passi o La meglio gioventù. Tutti incontri fondamentali, persone che mi hanno insegnato tanto, visionari che mi hanno contagiato, spingendomi a guardare oltre, a non accontentarmi. Se non li avessi conosciuti e se non avessi calpestato le assi di legno del palcoscenico, sentendo il loro odore di arte e libertà, ora sarei in pensione, magari impiegato o avvocato o medico, a passeggiare come tanti miei amici di un tempo tra le vie pigre e tranquille di Crema. E camminando per il centro, dietro a quel cinema dove ho passato tanti interminabili pomeriggi, vedo un palazzo bellissimo, dove ora vive Luca Guadagnino, che dalla Sicilia è venuto per raccontare Crema; con la delicatezza di uno sguardo alieno, forse per questo capace di cogliere il senso profondo della nostra città, anche meglio di noi che ci siamo nati. Luca sarà il nostro testimonial nel mondo, mostrando l’anima della città e della campagna, un’anima di acqua e di luce, nel suo nuovo film Chiamami col tuo nome. L’ho incontrato una volta proprio nel suo palazzo, e mi ha detto che stava scrivendo un piccolo film con degli sceneggiatori venuti da Los Angeles, ambientato a Crema: dentro di me mi chiedevo come avrebbe fatto a rendere universale la nostra piccola cittadina. Poi ho capito che proprio da forestiero era riuscito a catturare l’emozione che io avevo dentro, nei ricordi e nelle immagini, e ora che il film è uscito posso dire che Crema ha trovato il suo cantore, in grado di restituirne anche i sapori. Luca è infatti come me, un appassionato di cucina, e anche questo ci porta idealmente sullo stesso cammino di riscoperta di un tesoro che sembra un po’ abbandonato in mezzo alla pianura Padana, e che invece attendeva solo di essere scoperto”.
Questo (raccontato dal web e descritto da lui) è Pietro Valsecchi, un sognatore partito da Crema, che, pur avendo realizzato il suo sogno, non ha ancora smesso di sognare. Intanto, ‘Maria Corleone’ la nuova fiction tv di Canale 5. La serie creata da Pietro Valsecchi e diretta da Mauro Mancini va alla grande, merito anche dell’attrice, protagonista principale, Rosa Diletta Rossi.

stefano mauri

(Visited 108 times, 29 visits today)