Venerdì 4 aprile 2014, al Teatro San Domenico di Crema, si è tenuto uno straordinario concerto della violinista elvetica Maristella Patuzzi in duo col padre, il pianista Mario Patuzzi. Binomio indovinato, bella serata. In programma musiche di Othmar Schoeck, Sonata in re maggiore op.16 (1909); Ernst Bloch, Baal Shem; Camille Saint Saèns Havanaise in mi maggiore op 83 (1888); Maurice Ravel,Tzigane (1924).
Ottima performance per un pubblico un po’ ridotto, forse perchè in cocincidenza con altri eventi in calendario. Platea attenta e attonita davanti a tanta bravura della musicista, molto preparata, di forte personalità musicale e di talento eccezionale. Carisma e magnetismo hanno contribuito a rendere l’incontro elettrizzante per vari motivi: un rapporto con lo strumento del tutto particolare, una capacità di trarne effetti preziosi, intonazione perfetta, anche nelle impervie scalate nel registro acuto, abilità di intrecciare ricami di grazia infinita, esuberanza nei passaggi virtuosistici più ardui e intenso lirismo là dov’era richiesto, forza dirompente negli attacchi incisivi e gentilezza di tocco se necessaria.Tutto,insomma, quello che ci vuole per delle esecuzioni di alto profilo; non è mancato nulla.
In ogni brano Maristella ha saputo cavare dal magnifico Stradivari, che un ignoto ammiratore le lascia in prestito, tutte le suggestioni possibili, trasmettendo alla platea un vero e proprio stato di grazia. Dotata di una tecnica saldissima, Patuzzi si cala nella pagina con un senso musicale molto appropirato e risolve ogni difficoltà con calore e raffinatezza interpretativa insuperabili. Se ne viene trascinati , trasportati da cascate di note scintillandi per il nitore cristallino, per la purezza del suono.
La sorprendente scioltezza della violinista tiene il pubblico soggiogato, come in un incantesimo. Abbiamo assistito a un vero spettacolo pirotecnico, di istrionica maestria, con esecuzioni in costante equilibrio fra virtuosismo estremo e intensità espressiva, ricca di estro, di slancio, di sensiibilità alle sfumature. Maristella si muove al massimo dell’agio dispensando emozioni profonde e trasmettendo stati d’animo cangianti in sintonia con lo spirito dell’autore interpretato. Un concerto di questa violinista, una autentica fuoriclasse, è una vera avventura dell’anima.
Un pianismo dannatamente affascinante, fatto di ricerca minuziosa di particolari, di sapienti contrasti dinamici, di audaci vibranti fortissimi alternati a pianissimi calibrati, di variazioni timbriche calzanti, di attenzione intelligente all’intenzione dell’autore. L’incontro con Mariastella Patuzzi è di quelli che lasciano il segno e la speranza che si ripetano. La soirée si è chiusa tra gli applausi scroscianti e con una bis impegnativo: la Danza Macabra di Saint Saèns, nella quale la musicista ha espresso tutta la sua forza interpretativa, col brillante virtuosismo (scale e arpeggi a velocità impensabili,perfettamente dominati) e con l’ abilità espressiva che le è propria. Grande successo.
Eva Mai