Prende ufficialmente avvio il festival I Mondi di Carta con lo svelamento della scultura simbolo di questa dodicesima edizione ispirata al tema “A che gioco giochiamo?”.
Si tratta di Continuo di Roberto Barni.

L’opera Continuo (bronzo, 1999) presenta due uomini privi di tratti somatici ben definiti, vestiti in giacca e cravatta, ai lati di una scala a pioli simile a un famoso gioco per bambini presente in tutti i parchi. Le due figure, simbolo di tutti gli uomini e donne del mondo, sono imprigionate in una “non azione” per evitare di cadere. La scultura trasmette perfettamente un sentimento di costrizione nel dover ripetere un atto infinito senza apparente successo, ma anche un senso di ilarità per la somiglianza con il dondolo. Continuo diventa quindi immagine della continua ricerca di equilibrio all’interno delle nostre giornate frenetiche. Quante volte ci siamo sentiti come queste due figure nella ricerca di far quadrare tutto? Barni però indica anche la soluzione: il gioco, capace di alleggerire la vita.

Si ringrazia Area\B per aver reso possibile questa eccezionale tradizione che, anno dopo anno, riempie di bellezza ed emozione il cuore di Crema, e la Banda Giuseppe Verdi di Ombriano per l’accompagnamento musicale.

12 sculture per 12 Mondi

La tradizione dello svelamento della scultura misteriosa per I Mondi di Carta è iniziata nel 2013 con “Ingrana la Prima” di Aldo Spoldi ed è proseguita nel 2014 con “Spazio Tempo” di Francesco Panceri. La terza edizione è stata inaugurata da “Adamo ed Eva” di Francesco Messina. Nel 2016 è stata la volta di “Capsica Red Light” firmata da Giuseppe Carta. Il 2017 è stato l’ano di “Sfera con sfera” di Arnaldo Pomodoro. Nel 2018 “Grande Cardinale Seduto” di Giacomo Manzù. Nel 2019 “Black Hands with the Lights Signs” di Maïmouna Guerresi seguita nel 2020 da “Lady Macbeth” di Francesco Messina e da “Le Alpi” di Paolo Borghi nel 2021. Nel 2022 è stata la volta di “Volo di Colombe”, di Floriano Bodini. Nel 2023, a incantare i visitatori è stato “Oblio” di Paolo Delle Monache.

Biografia dell’artista

Roberto Barni nasce a Pistoia nel 1929. Vive e lavora a Firenze. Sia pittore che scultore, inizia la sua carriera negli anni Cinquanta realizzando quadri astratti con materiali diversi, tra cui spiccano legno e carta di giornali. Nel 1964 entra nel gruppo chiamato Scuola di Pistoia che raggruppava quattro artisti attivi nel capoluogo toscano influenzati dal movimento della Pop Art. Negli anni Settanta l’artista se ne staccherà per prediligere opere che parlano della condizione antropica usando dei prototipi di uomini svuotati da qualsiasi sentimento e molto spesso obbligati in un loop continuo.
Le sue opere sono conservate in importanti musei nazionali e internazionali tra cui il Queens Museum (New York), la Galleria degli Uffizi (Firenze), la Galleria d’Arte Moderna (Bologna) e il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato).

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