Ero un maschio che si vestiva da donna, mi sono sempre sentita così e hanno iniziato a chiedermi dei servizietti. Io li accontentavo, poi ho iniziato a farmi pagare. Nessuno può immaginare chi viene da me, sono persone insospettabili. Dai padri di famiglia, agli anziani, ai ragazzini”.

Questo è uno stralcio dell’intervista choc rilasciata, settima scorsa, sulle pagine del settimanale In Cremasco Week. Ah! L’intervistata è la conturbante Giada, transessuale italo brasiliana 30enne attiva, o meglio operativa in quel di Spino d’Adda, lungo la Paullese o nel suo appartamento previo appuntamento tramite apposite chat. Complice a letto, gentile e accomodante al tempo stesso ma anche decisa in caso di bisogno: questo l’identikit professionale ed essenziale della trans spinese, la quale, in merito all’ordinanza di dotare le prostitute, in servizio sulle strade di Spino, di giubbino catarifrangente beh ha le idee chiare e la pensa così: <Trovata inutile, meglio sarebbe regolarizzare il mestiere come in Germania, far pagare le tasse e garantire tutti i controlli sanitari necessari>.

Così parlo, aggiungendo (tanto) altro ancora, Giada, transessuale dalla clientela vip e comune, sulle pagine del settimanale In Cremasco Week.

Stefano Mauri

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