Ecco ci mancava giusto la Ribolution ad animare l’estate cremasca. La Città Giocattolo si è subito divisa tra entusiasti e detrattori dell’iniziativa, che ancora deve partire e già ha fatto versare litri di inchiostro (digitale). Al mio commento su Facebook mandatelo a zappare, sotto ad uno degli articoli della stampa seria postati in questi giorni qualche genio ha risposto: tutti copyright pagati profumatamente qui.

Il problema invece semmai è inverso. Come se fossimo in un evo non definito il signorotto che ha i soldi si compra l’uso dello spazio per due mesi per farci il diavolo che gli pare, e tutti muti. E’ gia stato fatto notare, bandi zero, delibera all’ultimo minuto senza troppe informazioni e via pedalare.

Come il chioschetto dei giardini. Dici ma almeno il comune razzolerà dei soldi? Manco quello, un sito cremasco ha stimato che potrebbe perdere 14 mila euro. A zappare quindi mi sa che dovrebbero andare altri.

Così l’Austroungarico che normalmente è citato solo per gli atti di vandalismo e l’inutilizzo reiterato, o per le balzane idee di riassetto, diventa centro dell’estate cremasca.

Dice: faranno una mostra, ma il container, per altro orrendo, piazzato in mezzo al colonnato è un bar, e presumibilmente ci sarà della musica, a che volume ce lo dirà probabilmente l’Arpa. Quindi è una cosa profit, commerciale, saranno contenti gli altri baristi del centro, vedremo se avranno voce di protestare, visto che l’hanno avuta in altre estati per protestare contro le feste degli oratori, fatte per razzolare fondi per opere benefiche.

Ecco parlando di associazionismo, qualche anno fa alla richiesta da parte di una associazione dell’Austroungarico per un pomeriggio legato ad una festa importante fu risposto picche. Beh non c’erano i soldi per comprarselo per due mesi.

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