Per carità, senza nulla togliere a tutti gli altri protagonisti, venerdì scorso 6 febbraio, dal mio particolare punto di vista o svista (come il trucco del mago talvolta ci sono ma non mi si vede), durante l’ormai famoso consiglio aperto sulla Musalla, incontro che, come del resto vi avevo anticipato, di fatto non ha portato nulla di nuovo alla causa, ho puntato il faro sui tre seguenti autorevoli personaggi. Ecco il mio susurrpensiero.

Matteo Salvini: Umberto Bossi (ormai il passato remoto) ai tempi d’oro era l’Orgasmo, lui (il presente e il futuro) è semplicemente l’ orgasmo, ma sa arruffianarsi bene le folle, apporta voti alla Lega e quindi orgasmicamente, o meglio politicamente parlando non è una sveltina. Ha riempito la piazza (c’era persino una, sempre bellissima e intramontabile delle tre mitiche, inarrivabili Veneri di Crema), ha detto cose banali, ma sa come dirle, sa il fatto suo e cavalca bene la massa: voto 10.

Stesso voto per i leghisti autoctoni Alberto Torazzi (il cerchio magico bossiano adesso è veramente andato in archivio) e Andrea Bombelli.

Stefania Bonaldi: ha aperto le danze consiliari (lei infatti ha riempito l’aula) con un discorso da standing ovation, da vera leader del Pd cremasco che ora, finalmente, con lei può prendere una sua strada. Probabilmente l’affaire consiglio andava gestito diversamente, ma la Bonaldi ci ha messo faccia, cuore e testa: brava voto 10.

Voto alto pure per l’apparato di via Bacchetta: tutte le truppe precettate erano presenti all’appello.

Daniela Santanchè: beh la preferivo quando andava in giro dicendo ai quattro venti che lei, a Silvio Berlusconi non la darebbe mai. Ora di Silvio è una fedelissima consigliera, ma l’apprezzavamo maggiormente quando era una battagliera pasionaria. La sua serata cremasca? Grigia (e non c’entra nulla il film in uscita 50 sfumature di grigio), scolastica: voto 5 di stima.    

Stefano Mauri

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