Questa settimana va così, col recesso e Scrp. Ecco adesso ci mettiamo anche a fare le rime. Dopo Casaletto di Sopra, Salvirola e Soncino oggi è la volta di Romanengo. La domanda che stiamo ponendo ad i sindaci che più volte erano stati voci fuori dal coro è sempre la stessa: visto che si apre con il cambio di statuto in Scrp la possibilità di recedere che fare?
Attilio Polla, sindaco di Romanengo è sulla linea degli altri sindaci che abbiamo sentito:
Quella del recesso è una novità che guardiamo e stiamo valutando con attenzione. L’opportunità di portare a casa i nostri soldi e operare sul territorio in modo differente è senza dubbio interessante. Le faccio un esempio. Con Fiesco, Pianengo e Soncino stiamo preparando un intervento sull’impianto luci. Per opportunità non lo facciamo tramite Scrp ma lo affidiamo ad una realtà di Brescia.
Già l’utilità di Scrp, definita da Beppe Bettenzoli con parole semplici: un baraccone da chiudere… Continua Polla:
In questi anni abbiamo visto partite importanti, ad esempio quella del canile e della caserma dei vigili del fuoco, trascinarsi per troppo tempo. Adesso poi con il cambio di statuto e di mission la cosa rischia di diventare ancora più marcata.
Per chiudere anche Polla mette un accento sulla sproporzione di utilità tra gli azionisti che Grassi ha definito con una felice metafora i 4 moschettieri ovvero Crema, Offanengo, Pandino e Castelleone e gli altri:
Avendo fatto parte del comitato ristretto ho avuto modo di osservare con attenzione il funzionamento della società e si Crema e i paesi che detengono la maggioranza possono operare mentre gli altri che hanno piccole quote in fondo non sanno bene cosa farsene di Scrp.
Già. I 4 moschettieri contano il 44,59 per cento. Scrp è una Spa quindi il voto dei soci non vale 1 ma pesa in base alle quote. Ergo anche alleandosi tutti difficilmente si va contro il volere degli azionisti di maggioranza. Business is business baby… Avanti il prossimo.
Emanuele Mandelli