Se  Scrp intendeva dimostrare la propria attitudine all’autolesionismo c’è riuscita alla perfezione grazie a un  comunicato ufficiale  della società e inviato ieri alle redazioni dei media locali L’incipit  merita d’essere inserito nei manuali  per addetti agli uffici stampa come modello da non imitare.

«Scrp – si legge all’inizio del comunicato firmato ufficio di segreteria della società –  diventa centrale di committenza, la volontà è stata espressa ieri sera 5 aprile, nell’incontro informativo dei sindaci, convocati per la necessaria modifica dello statuto, che dovrà essere poi ratificata nei consigli comunali».

Ora, per la cronaca,  durante l’incontro sono state presentate, senza neppure leggerle, le proposte di  modifica di tre articoli dello statuto. Non solo non sono state votate, ma neanche è stato chiesto ai soci presenti di esprimere un parere informale. Di più, alcuni sindaci hanno sollecitato alcuni giorni di tempo per valutare le modifiche proposte. Altro che volontà espressa. Se si vuole essere più tecnici e analizzare il testo:  come può venire espressa la volontà se  si trattava di riunione informativa? Come possono i consigli comunali  ratificare una decisione che non è stata presa? Per associazione libera viene da ricordare la delibera comunale secretata sui rifiuti e anch’essa made in Scrp. O in Scrp non alberga la logica, oppure è sconosciuto il significato delle parole italiane. Tertium non datur. Ovvero, non è ammessa una terza possibilità.  O forse sì, ma allora bisogna porsi la domanda: a chi giova questo comunicato?

La conclusione? Eccola: «Infine, l’assemblea dei sindaci di ieri ha approvato un’altra modifica statutaria». Per cortesia, ma quale approvazione? Evidentemente chi ha scritto il comunicato  o non era presente all’assemblea o si è confuso. Pazienza. Un ulteriore motivo per non approvare lo statuto e valutare il recesso.

Antonio Grassi – sindaco di Casale Cremasco Vidolasco

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