Subito una precisazione per evitare recriminazioni e mugugni. Quello che verrà scritto sulla gara rifiuti non intacca l’impegno alla segretezza imposto ai soci. E’ una valutazione puramente procedurale e politica. Giovedì scorso si è tenuta la Conferenza dei sindaci. All’ordine del giorno, lo stato dell’arte della gara rifiuti e l’assetto futuro di Scrp. Pronti, via. Un avvocato, consulente della società e il project manager della gara illustrano con chiarezza la strada percorsa. Per proseguire nel viaggio è necessario che i comuni approvino una delibera con relativi allegati. Una delibera di giunta o di consiglio? Qui inizia il calvario. Dai consulenti e dai vertici di Scrp, presenti all’assemblea, non arriva una risposta netta, precisa, tale da indicare ai sindaci esattamente la decisione corretta.

Di giunta è sufficiente, ma di consiglio sarebbe più opportuno. Ballano 150 milioni di euro e una delibera di giunta non sarebbe il massimo della vita. Il tira e molla si protrae per alcuni minuti. Poi il botto. Attenzione signori sindaci: gli allegati alla delibera devono rimanere segreti. Sconcerto, incredulità, stupore del bambino che il 13 dicembre scopre la vera storia dei regali di Santa Lucia. Si è mai visto andare in consiglio comunale e chiedere ai consiglieri un atto di fede? Nessuno di coloro che ha indicato la segretezza degli atti ha pensato al putiferio che scatenerebbe una tale scelta. Qualcuno di Scrp si è immaginato il can can che scatenerebbero la minoranza ( e anche qualche consigliere di maggioranza), i partiti politici, i cittadini se uno sventurato e temerario sindaco invitasse i consiglieri a votate la delibera, senza fornire la documentazione allegata?

Mezzora di tira e molla, poi la soluzione: aggiorniamoci. I consulenti forniranno ai sindaci un documento scritto con la via da imboccare. Documento scritto è stato ribadito dai sindaci. Ma è
sufficiente per tutelarli? Con tutta la buona volontà e l’impegno per evitare polemiche, è impossibile non rimarcare la contraddizione di indire una Conferenza di sindaci per indicare loro come attraversare il fiume e ritrovarsi in mezzo al guado senza via d’uscita. Tutto questo rientra nella sbandierata efficienza di Scrp?

Intanto giovedì ci sarà il rinnovo del Consiglio di amministrazione. Quasi tutti d’accordo a proporlo di cinque membri. Tre sarebbero più che sufficienti, ma forse renderebbe più difficile a spartizione delle poltrone tra centrosinistra e una parte del centrodestra. Qualsiasi azionista potrà presentare i propri candidati. I partiti si sono già mossi per accordarsi. I piccoli comuni e le liste civiche sono escluse dal desco che conta, ma non sempre tutte le ciambelle riescono con il buco. Le sorprese sono dietro l’angolo. E’ già successo a Torino. Perché non a Crema, per Scrp?

Antonio Grassi

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