Con l’arrivo delle belle serate estive ecco una proposta interessante patrocinata dal Comune di Crema in collaborazione con il Conservatorio L. Marenzio di Brescia, per il giovedì 26 giugno, ore 21, presso la Sala Musicale Giardino di Crema, al civico 16 della strada per San Michele.
Suoneranno lì tre strumentisti: Alberto Chiari, clavicembalo, Marco dell’Aquila, violino, Agnese Lecchi, flauto in un programma accattivante che prevede brani di vari autori contemporanei di
J.S.Bach. Ascolteremo Telemann, più estroverso e mondano del grande compositore di Halle, formatosi a contatto con la musica francese, italiana e polacca, il che lo portò a mantenere in tutta la sua produzione un eclettismo che, se non gli permetteva di raggiungere risultati espressivi particolarmente profondi, ne ha fatto comunque un musicista abile , disinvolto, capace di idee estrose e garbate.
La sua opera è sterminata (supera quella di Bach e Haendel messe insieme) e tocca tutti i generi, rivelando una spiccata tendenza per la musica a programma. A seguire Quantz, simbolo del flautismo barocco, grande concertista, compositore fecondo (più di 500 composizioni) didatta di chiara fama, costruttore di flauti, (tra i suoi allievi Federico II di Prussia che gli assicurò la libertà necessaria per sviluppare appieno le proprie idee musicali e trascriverle nel suo celebre trattato SAGGIO DI UN METODO PER SUONARE IL FLAUTO TRAVERSO, pubblicato nel 1752).
Quindi D. Scarlatti, clavicembalista e compositore, attivo durante l’età barocca, ma la sua musica è stata di riferimento per lo sviluppo dello stile classico, e conosciuta e ammirata dai musicisti
successivi, romantici compresi. La sua produzione più nota consiste nelle 555 Sonate per clavicembalo, anche se ha lasciato opere, musica sacra, da camera e per organo. Il programma proseguirà con Geminiani che si formò con il grande Corelli e portò in Inghiterra i principi di una razionale scuola violinistica, fin’allora assente in quel paese.
Il suo contributo all’evoluzione della tecnica violinistica è fuori discussione, mentre nella produzione strumentale si nota una scuola severa, legata al miglior contrappuntismo italiano, ma anche ricca di elementi cantabili e di respiro che fanno di alcuni suoi concerti grossi dei modelli del genere. E’ notevole il ruolo che Geminiani affida agli strumenti solisti, caratterizzati da un virtuosismo vistoso, ma non meramente ornamentale. A lui si deve anche la trascrizione per orchestra delle Sonate per violino e basso Op 5 di Corelli, pubblicate nel 1735 e rese così famose. Ingresso libero.
Eva Mai