I remi lenti ma inesorabili di Caronte smuovevano appena le acque dell’Acheronte. Paura neppure tanta, almeno non nella misura che ci si poteva aspettare, forse un po’ d’ansia. Qualche fastidio, quello sì, perché eravamo stipati e promiscui e la barca vecchia e malandata.

“O Dèi vi ringrazio, ché le mie pene sono finite.”

Cazzo, ci mancava anche il mistico. Di un po’, Vogatore, ma una bagnarola un po’ più grande non l’avevi? Perché qui quelli morti ammazzati sono in maggioranza e mica troppo contenti. Però devo dire che il posto, visto da qui, non mi sembra male.

“Rinvigorisci il remo, Caronte, ché su quella spiaggia ritroverò le persone amate.”

Eccone un altro! A coso, Caronte, non ti fa’ pigliare da questi quattro scemi che si profumano di santità, ché noi briganti la cosa dobbiamo regolarla. D’accordo che siamo destinati alla fiamma, ma ancora non s’è deciso chi passa per primo.

“Finalmente la riva dell’Ade!”

Marinaio, mettiamo le cose in chiaro. Prima fai scendere quelli, ché ancora non sappiamo quanti di loro si metteranno col culo nel burro e quanti invece il burro se lo sentiranno sfrigolare sotto le chiappe. Poi a noi ci devi solo indicare la strada.

Caronte non parla, indica.

Grazie, per il resto sappiamo cosa fare. Per primo ci mettiamo il più gran malvagio figlio di puttana. Strategia, capisci? Chissà mai che per noi al seguito si tenga qualche sconto.

Caronte non parla, indica.

O cazzo! Ma quelli stanno andando dalla nostra parte!

Caronte non fare lo stronzo. Perché se le cose stanno così tu ci devi riportare indietro tutti quanti, perché questa banda di assassini quanti siamo, quando la morte ci colse eravamo soltanto usciti per andare a comprare le sigarette. Le nostre Rosine sono sempre lì che ci aspettano. Dài, rematore, ché intanto le monete che tenevamo sotto la lingua te le sei già messe in scarsella. E poi, guarda, proprio perché sei te, ti do una dritta giusta per la prossima regata tra Cambridge e Oxford.

Oh, voi bastardi, tutti muti, che si torna indietro. A morire ci si pensa un’altra.

Voga, Caronte, bello di mamma tua!

Beppe Cerutti

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