Gli capitò tra le mani una minuscola pubblicazione, minuscola in termini di formato, impressa nel lontano 1953. Uno di quei libriccini che si usava regalare ai bambini in via di sviluppo, contenente gli “atti di preparazione” per accostarsi alla prima comunione*. Nella pagina d’abbrivio, più che una sollecitazione c’è un invito categorico: appena sveglio rivolgi il tuo primo pensiero a Dio facendo il segno della Croce e recitandone la sintesi di fede: “Nel nome del Padre…”

Al piede di quella paginetta, contenuto tra parentesi e in dimensioni più piccole rispetto al testo precedente, un post scrittum:  Indulgenza di cinquanta giorni e di cento coll’uso dell’acqua santa.

Guardò fuori della finestra: non pioveva.

La facciata seguente indicava la preghiera dell’offerta di ringraziamento per avermi creato, redento, fatto cristiano e conservato anche in questa notte.

Rivolse uno sguardo verso il letto: vuoto, sfatto e con i lenzuoli ancora intrisi di sudori tutt’altro che rispettosi, almeno verso la continuità canonica della specie, ma nel rispetto del sesto punto del Decalogo. Davanti allo specchio provò una profonda malinconia: “Onan, ci sei cascato un’altra volta.”

 Beppe Cerutti

*Dipinto di Giancarlo Vitali
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