L’agente di Polizia che prestava servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale venne a darmi un’occhiata: “Minchia, ma che cazzo hai combinato?!”
Figuriamoci, proprio a te ti vengo a raccontare la storia. Meglio passare per pazzo: “Mi sono messo a litigare con un tram”, dissi allo sbirro.
“È sotto shock e inoltre ha assunto una eccessiva dose di alcol”, precisò il medico.
“Con un tram?”
“Sì, con un tram. M’è caduta la sigaretta in mezzo ai binari e siccome il tram non s’è fermato abbiamo fatto a cazzotti.”
Quando i questurini prestano servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale, sono quasi sempre di cattivo umore: “L’ho sempre detto io che i tram non ci sanno fare. Con il suo permesso, dottore, incomincerei a torturarlo. Intanto proviamo a metterlo sotto la doccia, che puzza assai e magari gli si risveglia qualche sentimento.”
Sbirro di merda. Però era almeno un paio di settimane che non mi lavavo…
“Vuoi un caffè? Un caffè. Vediamo. Occhi neri, naso rotto e un incisivo andato a puttane: non mi fotti amico mio, un tram avrebbe fatto di meglio. E allora?”
Non sono un duro, mi chiamano il filosofo, però sono di quelli che se decidono di non parlare, non parlano. Perché a volte sarebbe imbarazzante, oltre che pericoloso. Chi è dentro al giro sa di che sto parlando.
Lo dico solo a voi.
Di professione sono scioperato senza fissa dimora. Insomma, ci siamo capiti: renitente al lavoro per convinzione. A tempo perso, giusto per arrotondare, faccio l’entraîneuse presso la bettola dell’Ambrogio detto anche “lo sgarbato”.
Stavo… Stavo istruendo un conoscente occasionale a diffidare delle apparenze. L’alcol lo reggeva bene, lo si capiva da come ordinava un giro dopo l’altro: riusciva a mettere in soggezione perfino il barista. Pensai: “Quando quello scopre che in due non abbiamo in tasca neppure un centesimo, viene fuori un casino della madonna: a te ti spaccano la faccia e anch’io, benché sono di casa, passo le mie.”
Così avvenne e del conoscente si persero le tracce. Alla Darsena trovarono solo qualche straccetto.
Capite adesso perché non parlo, o no?!
Beppe Cerutti