L’allegria è un concetto volatile, di difficile gestione. Per questo è bella, ma bisogna esserne consapevoli, perché se il vicino di casa ti vede, sorridente e un po’ svaporato, proteso nel tentativo di afferrare bolle di sapone, la questione si fa spessa. Non è che il vicino di casa sia una persona arida, anzi. Ma sul balcone coltiva il basilico ed è noto che se le bolle di sapone scoppiano sulla profumata piantina qualche danno lo generano. Per il resto, se non gli rompi i coglioni, il vicino di casa tutt’al più ti prende per un  tipo strambo. Ma attenzione, perché se il vicino di casa, e in questo caso anche di balcone, ti sorprende a parlare con la sua piantina di basilico, potrebbe anche risentirsene: “E che cazzo, come si permette simili confidenze con una piantina tenere e innocente?!”

Per evitare banali attriti condominiali l’allegria potrebbe riversarsi sullo stuoino posto fuori dell’uscio di casa. Sempre a condizione che quando piove non vai a ripulirti le suole delle scarpe sullo zerbino del tuo vicino di casa, che ormai ti conosce e sta sempre lì con l’occhio attaccato allo spioncino.

Come fargli capire che l’allegria è una condizione mentale capace di rotolarsi in un soffritto di cipolle, salsiccia e un’estate dolce di pomodori? No! Perché la salsiccia e il basilico non si sposano.

Cazzo che due palle!

Ci riprovi organizzando un lancio pirotecnico in occasione della festa patronale: No! Il rumore infastidisce il basilico.

E allora ti rendi conto che l’allegria è un concetto volatile. E che difficilmente riuscirà a trovare una residenza stabile.

Beppe Cerutti

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