Karl Biedermeier è un intraprendente giovanotto tedesco che gira il mondo facendo l’autostop. Quando non vagabonda si occupa di mobili. Viaggia insieme a Gabruder Thonet, che quando non vagabonda disegna arredamento. Una coppia ben assortita, non c’è che dire.

Entrambi vivono ad Amburgo, li ho conosciuti nei giorni scorsi. I loro sono percorsi alternativi ed è così che sono capitati a Crema, dove ci siamo incrociati nei pressi di Porta Ombriano. Pur tra difficoltà comunicative, dopo un paio di birre, per fare un po’ lo spiritoso ho cercato di raccontare che per molti di noi il nome della loro città ricordava quelle belle polpettone rotonde di carne trita da cuocersi ai ferri. Se sono basse, le chiamiamo svizzere. Per farmi capire meglio ho indicato i lavori testé in corso nel cantiere.

Quelle? Le avevamo anche noi, però a Berlino, ma adesso le abbiamo eliminate. Le avete cosa? Sì perché gli automobilisti le avevano scambiate come rampe di lancio per i loro divertimenti notturni. Alla porta di Brandeburgo, addirittura, se imbroccavi l’arcata centrale vincevi un premio. L’amministrazione cittadina le ha tolte perché i piloti erano quasi sempre ubriachi e a furia di non centrare il bersaglio avevano ridotto il monumento peggio che sotto i bombardamenti della guerra.

Oh cazzo, ma guarda te. Quasi quasi questa qui gliela racconto all’assessore ai Lavori pubblici. E se s’incazza? Capace di mettergli intorno i cavalli di Frisia.

Beppe Cerutti

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