Fra la Bassa Pavese e quella Lodigiana, precisamente laddove la pianura si trasforma in dolci colline avvolgenti, il borgo di San Colombano, ospita praticamente da una vita, lo storico negozio di salumeria e la cantina della famiglia Panigada (www.banino.it). A proposito, San Colombano deve il nome all’omonimo monaco irlandese che lo cristianizzò nel VI secolo importando appunto la coltivazione della vite. Sì perché le colline locali di origine miocenica, con suoli ricchi e caratterizzati da varie microzone con altrettanti microclimi, ecco si prestano assai alla coltivazione dell’uva.

E … ormai, il Banino, vale a dire il vino (ne esistono diverse tipologie e tutte meritano) Made in Panigada è diventato un simbolo di quella particolarissima porzione geografica che caratterizza, in modo originale e tipico, la provincia di Milano.

La Sussurbottiglia della settimana, fermo restando che il San Colombano Doc Banino rosso giovane, tranquillo e vivace ben si sposano coi Tortelli Cremasche e le Gnocche Cremasche del buon Antonio Bonetti, beh in un certo senso rappresenta una chicca da degustare prodotta esclusivamente in annate meritevoli.

Sto infatti parlando del Banino rosso Vigna La Merla (San Colombano Doc Riserva), rosso sorprendente e superlativo ottenuto da uve Barbera, Croatina, Uva Rara e piccole aggiunte di Merlot e Cabernet Franc, tutte rigorosamente selezionate in vendemmia e vinificate con appassionato scrupolo. Questa bottiglia rappresenta un Cru importantissimo, dalla struttura eccezionale e unico per la zona: degustare per credere.

Stefano Mauri

 

 

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