Allora sostiene … qualcuno che, generalizzando, uno dei limiti dell’enologia italica sia quello che difficilmente escono, dalle varie cantine nostrane, Merlot fatti bene, come si deve e buoni. Ebbene, se questo alla fine sia vero, oppure no, non è dato sapere. Quel che sappiamo, indubbiamente è che il Sussurvino della settimana, vale a dire Il Pàtrimo Rosso Igt Feudi di San Gregorio, beh è un Merlot (ottenuto da uve omonime in purezza e così chiamate, ergo Merlot, perché i merli pare le adorino) fantastico color rosso rubino, dai profumi che riportano a petali di rose, confetture di prugne, ribes nero, e, dulcis in fundo, sentori di cacao, liquirizia e cioccolato.
In bocca poi il Pàtrimo ha tannini tanto dolci (nel senso che non aggrediscono eh, non che ricordano lo zucchero) quanto morbidi, mentre la persistenza gustativa rimanda alle spezie e alla frutta.
Cosa possiamo accompagnare a questo sorprendente Merlot? Carne stufata, brasata, grigliata, arrosto: insomma fate voi, basta che la carne sia protagonista. Io tuttavia consiglio di berlo … da solo quando si ha voglia di tornare a stupirsi della vera bellezza italiana intrisa di semplicità.
Particolare non indifferente: il vitigno del Merlot riesce ad adattarsi a climi molto differenti tra loro evidenziando, sempre e volentieri, un volto diverso di sé quando diviene vino. Ergo, i Merlot non sono tutti uguali, magari non esisteranno specialisti eccelsi in grado di firmare ogni volta capolavori, ma, come insegna il Pàtrimo (e non solo), i fuoriclasse, o meglio, le eccezioni ci sono. Trovarle, studiarle, berle, degustarle, amarle e diffonderle tocca a noi.
A proposito, l’azienda vitivinicola Feudi di San Gregorio è una cantina meravigliosa che sa firmare bottiglie stupende, da favola che parlano del territorio d’appartenenza, vale a dire l’Irpinia da amare e sognare, accendendo il cuore di emozioni vere. Chapeau!
Stefano Mauri