Vino dal colore rosso rubino, il profumo è intenso, gradevolmente floreale, tipicamente, o meglio, lievemente speziato. Il sapore in bocca? Secco, deciso, armonico, vellutato che avvolge e, beh appena, anzi, astrattamente sfiorato da spezie e aromi leggermente orientaleggianti. Il Ruché di Castagnole Monferrato, vino ritornato in auge anche grazie al libro “Il libro del Papa: l’avventurosa storia del Ruché e il mistero della bottiglia scomparsa” , nella fattispecie interpretato divinamente dalla cantina Caldera (www.vinicaldera.it), sì è un Rosso (iniziale maiuscola doverosa, meritatissima quale … omaggio) autoctono che piace e merita spazio in quanto espressione di un territorio, per l’appunto l’astigiano, che, enologicamente sa ancora incantare senza stancare con bottiglie che esprimono il loro terroir senza forzature e con appassionato amore.
E il Ruché (standing ovation per questo vino da scoprire e amare), ottenuto esclusivamente da uve Ruché di Castagnole Monferrato incanta… eccome se incanta, soprattutto accompagnato da salumi, prosciutti, formaggi a pasta dura non particolarmente invecchiati, al Castelmagno e, udite, udite al cioccolato fondente. Volete coccolarvi cercando di fissare l’attimo per tornare, un momento, ad emozionarvi, emozionando?
Alla sera, dopo mangiato, un bel bicchiere di Ruché può creare dipendenza, ma soprattutto sa regalare emozioni straordinariamente d’autore.