Ex collaboratore di società blasonate quali Colognese, Atalanta, Sampdoria e Bogliasco, bergamasco Docg, Alessandro Pizzoli è un calciofilo appassionato, un talent scout instancabile. Con lui abbiamo scambiato due parole.
Sei sempre in giro per vedere e studiare partite e calciatori, come sta il football italico?
Non bene, la crisi economica e l’austerity generale non invogliano a investire. La lentezza burocratica e la latitanza della politica sportiva inoltre non aiutano quelle società che vorrebbero costruire stadi di proprietà. Dulcis in fundo, la fiscalizzazione elevata attanaglia i club scoraggiando gli investimenti di qualità.
Nonostante i tanti euro investiti dal generoso Arvedi la Cremonese non riesce a tornare in serie B …
Vincere non è mai facile e gestire le pressioni, talvolta può creare squilibri. A ciò bisogna aggiungere che spendere, nel calcio non è sinonimo di vittoria: l’imponderabilità rende lo sport bello e affascinante. Non conosco le dinamiche interne cremonesi, ma parlando per così dire in generale, mi viene da dire che questa “Cremo” era troppo esperta e la presenza di tanti giocatori provenienti da categorie superiori magari ha portato, inconsciamente, il gruppo a pensare che tutto sarebbe stato facile. Ecco bisognava magari inserire più giovani per apportare corsa ed entusiasmo al collettivo. Società e piazza di Cremona comunque meritano palcoscenici importanti e prestigiosi.
Che mi dici del Pergo che non è riuscito a restare in Lega Pro?
Quest’anno la Seconda Divisione, tecnicamente non eccelsa, era un torneo al massacro: otto retrocessioni, psicologicamente potevano rappresentare un fardello pesante da reggere, soprattutto se la rosa era costituita dai tanti giovani necessari per accedere ai contributi federali. L’inizio della Pergolettese è stato scoppiettante, poi la frattura tra dirigenza e allenatore probabilmente ha avuto ripercussioni pesantissime, insanabili sulla squadra. Cambiare guida in corsa presenta sempre qualche incognita, a Crema non ha portato e frutti sperati, ma la dirigenza ha fatto sicuramente il massimo per cercare di mantenere la categoria.
Persona schietta, pragmatica, abituata a dire ciò che pensa, purtroppo per lui il bravo Pizzoli (non gira con le famose “valigette”) non è inserito nel jet set del footballmoderno “intrallazzone” che conta. Forse (anche) per questo è tuttora in cerca di un serio ingaggio degno di tale nome?
Stefano Mauri