Mister Cesare Prandelli fu Claudio, se non avesse avuto la ghiotta, immediata opportunità di approdare in Turchia, alla guida dell’ambizioso Galatasaray, dopo il disastro al Mondiale in Brasile con l’Italia si sarebbe dimesso ugualmente? Lui dice di si, i maligni sostengono il contrario, probabilmente la verità sta nel mezzo; resta comunque il fatto che il tecnico bresciano di Orzinuovi e ma cremasco d’adozione, martedì scorso 8 luglio, durante la conferenza stampa di presentazione in salsa turca, mentre gridava strali contro Balotelli e Rossi e difendeva il suo operato azzurro, beh aveva la faccia sorniona di chi, arrivato al casello dell’autostrada fa finta di prendersela poichè il pedaggio è sospeso causa sciopero dei casellanti, ma sotto … gode come un riccio.

Giunto in Turchia per vincere (sin qui in fondo ha vinto pochissimo il tecnico orceano) con il suo staff “allargato” al completo, inclusi quindi codice etico e telefono apposito per confrontarsi, ogni tanto, col soncinese Luciano Zanchini (neo responsabile del vivaio dell’Albinoleffe), suo vate calcistico di riferimento, Prandelli ha una voglia matta di lasciarsi alle spalle le macerie brasiliane. Anche noi del resto, ergo da oggi ci risparmi almeno le prediche e le fotografie da tronista filosofo sulle riviste fashion di tendenza.

Stefano Mauri

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