Il modo limpido, pulito, aziendale con cui il Cavalier Giovanni Arvedi vede il football e gestisce la Cremonese (club violentato da “Scommettopoli”, al netto di questo scandalo in parte ancora da decifrare, probabilmente i grigiorossi sarebbero in B da ormai 4 anni), purtroppo per lui non è, non è stato e soprattutto non sarà mai vincente.

Anche per questo il patron, pur restando proprietario (salvo arrivino offerte serie da capogiro) ha deciso, a malincuore, di farsi da parte delegando ad altri l’onere concreto di gestire la “Cremo”.

Arriveranno compagni d’avventura concreti degni di tale nome? Cremona risponderà presente all’appello? Lo scopriremo vivendo, al momento trapela soltanto che Cesare Fogliazza, deus ex machina della Pergolettese, beh sull’eventualità Cremonese (in tal senso avrebbe già interpellato due imprenditori cremaschi) ci starebbe facendo un pensierino, ma difficilmente comunque Cesare tornerà sulle rive del fiume Po.

Ciò detto, per il momento è doveroso ringraziare il Cavalier Arvedi: con lui l’Usc è rinata e si è strutturata, ma per vincere serve altro, occorrerebbe “pelo sullo stomaco” e una visione calcistica meno aziendalista e più spregiudicata.

E poi chissà: magari con un ruolo defilato (sponsor pesante) e con poche persone giuste al posto giusto (le minestre riscaldate alla Simini costano troppo e non giovano, ndr), ne gioverà paradossalmente la Cremo trovando subito la strada della vittoria?

Stefano Mauri

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