Terroristi a casa nostra. Oggi il quotidiano La Repubblica pubblica un inquietante dossier riguardante la rete terrorisrtica di Al Queda e dell’Isis in Italia. Il racconto parte… da Lodi.
Si legge:
Partiamo da Lodi. Non da Islamabad o da Karachi. Da Lodi. Settembre 2012: due giovani “dai tratti indo-pachistani” si presentano in uno studio fotografico. Chiedono l’estrazione di alcune immagini da un cellulare. Solo dopo avere consegnato ai clienti le fotografie, il titolare dello studio si accorge del contenuto: il cadavere di una ragazza distesa su una branda. “Il volto – annota la Digos – è tumefatto e amputato all’altezza del collo; le braccia amputate all’altezza dei gomiti; le gambe all’altezza delle ginocchia”. Gli arti mutilati sono posizionati vicino al busto. È la tecnica talebana per punire chi viola il Corano. Anche chi va al mare con il costume. La ragazza – “sotterrata assieme al marito nella zona di Brescia” – si è macchiata di questa colpa. Troppo per un “guardiano della morale” – si definisce così – come Muhammad Hafiz Zulkifal. È l’imam di Bergamo e Brescia finito dietro le sbarre (ora è nel supercarcere di Rossano calabro).
Il resto del pezzo cita parecchie realtà vicino a Crema. Noi non siamo citati ma è possibile pensare che nella Città Giocattolo non succeda nulla? QUI il resto del dossier