L’Italia è l’unica nazione dove il film Roger Waters The Wall verrà proiettato nei cinema per tre giorni, invece che due. Questo testimonia l’amore che la nostra nazione ha sempre avuto nei confronti dei Pink Floyd. L’appuntamento è fissato per il 29 e 30 settembre e per il 1 ottobre. Una monumentale opera (come era il disco, come sono state tutte le sue propaggini) di 2 ore e 45 minuti.

Anche Crema, meno male, aderisce. Il film è in programmazione presso il multisala Porta Nova. Anche perché immaginiamo che questa opera vada vista per forza al cinema. Un opera che pare non volere morire mai. Uscita nel 1979 come doppio vinile è forze l’opera rock che ha vissuto più vite nella sua oramai storia che ha sfondato i 35 anni.

Una serie di concerti relativamente breve all’epoca dell’uscita, per via dell’allestimento, una cosa mai vista, un muro che veniva costruito mattone per mattone durante lo show per crollare fragorosamente alla fine. Il primo gruppo a proporre un disco dall’inizio alla fine come concetto estetico e programmatico.

Poi il film di Alan Parker che ha fatto conoscere al mondo la figura di Bob Geldof come attore. La pellicola uscì nel 1982 e fu rieditata per i cinema alla fine degli anni ’90. Un film che induriva molto il concetto del disco, con alcuni brani reincisi, la scaletta modificata. Una ulteriore drammaticità.

Un’altra storia legata a The Wall è quella dell’esecuzione avvenuta il 21 luglio del 1990 in diretta mondiale su tutte le TV da Berlino. La Berlino appena unificata dalla caduta del muro. Una promessa che Waters, via via sempre più politicizzato, mantenne. Aveva infatti detto che avrebbe riportato l’opera su un palco solo se fosse caduto il muro di Berlino e si fosse potuto suonare in Potsdamer Platz da poco non più terra di nessuno.

La terza (quarta? quinta?) vita di The Wall inizia poi nel 2009 allorché Roger Waters annunica di voler riportare dal vivo la mastodontica opera. Un primo tour nei palazzetti dello sport, io l’ho visto a Milano ad Assago il 3 aprile del 2011, un secondo due anni dopo negli stadi, ripassato in Italia a Padova e Roma nel luglio del 2013.

Poi quando tutti si aspettavano il cofanetto dal vivo celebrativo, compitino facile facile, ecco che Waters come sempre spiazzante ha prima distratto tutti con la riedizione di Amused to Death, disco del 1992 che è dannatamente cresciuto ed è diventato attuale, e adesso se ne esce con un film che è molto di più che un semplice live.

Sarà l’ultima volta che sentiremo parlare di The Wall? Dubito. Intanto godiamoci la sua ennesima reincarnazione correndo al cinema e vedendo cosa ci propone stavolta Waters. Buona visione.

Emanuele Mandelli

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