La perdita del Tribunale e della Procura della Repubblica di Crema è senz’altro il fatto più grave, per la città e per tutto il territorio, registrato in questo quinquennio ad Amministrazione Bonaldi, che volge a termine. Le responsabilità e i centri decisionali erano altrove, a Roma, è vero! Il momento particolarmente favorevole creato ad arte, con un governo tecnico e un allarmismo finanziario internazionale che avrebbe voluto imporre un rigore amministrativo tale da risanare i conti pubblici.
Tutti pronunciamenti e progetti funzionali all’accreditamento personale … per vari ruoli politici, tecnico-amministrativi e dirigenziali, ma destinati a creare effetti decisamente negativi e opposti a quelli dichiarati: infatti la finanza pubblica non dà segni di miglioramento, ma le carriere e gli stipendi dei personaggi protagonisti si sono rafforzati.
Anche il caso della incorporazione del nostro tribunale è rientrato in questa logica: non si poteva più mantenere una struttura “minore” come è stato classificato, meglio accorparla! Dove? Al capoluogo provinciale, mentre era in campo una riforma che avrebbe abolito le provincie e ridisegnato nuovi confini amministrativi: tutto rimasto incompiuto! Ebbene a Cremona, un volume di lavoro poco superiore a quello di Crema, il tribunale ha sede in un vecchio palazzo, con disponibilità assai imitata di spazi, posizionato in zona centrale, carente di parcheggi. No problem: massimo attivismo della Direzione, affitti di nuovi spazi anche dislocati in punti diversi della città, sistemazioni in “ammasso” del personale esecutivo, al punto che molti chiederanno ed otterranno trasferimenti in altre sedi (specie a Lodi), ingorgo gestionale, con ripetuti rinvii delle cause, aumento di organico dei magistrati giudicanti e surroghe degli esecutivi scappati altrove, maggior costi per l’utenza cremasca, che trova una voce nuova nelle parcelle legali, quella relativa alle spese di trasferta, ecc. Nessuna soluzione possibile invece per agevolare l’utenza nelle possibilità di parcheggio.
Mentre a Crema abbiamo chiuso una struttura moderna e realizzata per la specifica funzione di Tribunale e Procura della Repubblica, con spazi, non solo adeguati, ma capaci di accogliere un raddoppio della mole di lavoro e personale, un immobile facilmente raggiungibile grazie alla vicina tangenziale e a strade di collegamento, con comodità di parcheggi riservati per cittadini-utenti, avvocati e magistrati.
La Giunta Bonaldi ha assistito a questo depauperamento senza l’adeguata reazione e resistenza, e quel poco l’ha messo in campo tardivamente, come ebbe modo di motivare lo stesso Tribunale Amministrativo di Brescia, respingendo il ricorso. Il sindaco di una città capo comprensorio avrebbe dovuto reagire con la stessa determinazione istituzionale e trasversale a tutte le forze politiche in campo, con la quale reagì, un anno più tardi, per salvare l’autonomia gestionale dell’ospedale. Ma la battaglia per l’ospedale era rivolta alla “cattiva Regione Lombardia”, governata dal centro- destra, mentre a Roma, per il tribunale, si sarebbe dovuto combattere contro Napolitano, Monti, Letta, Bersani, Pizzetti: meglio non disturbare, vista l’analogia in termini di appartenenza della maggioranza cremasca con quella governativa.
Infatti, non si sta tentando neppure il recupero del servizio giustizia per il territorio cremasco, nonostante le ipocrite adesioni alla apposita mozione consigliare presentata da me e proposta con i consiglieri Patrini e Agazzi. La maggioranza ha sottoscritto un dispositivo ma proceduto in senso opposto, prevaricando tutto il Consiglio Comunale. Vorrebbero consegnare, non si sa a quale titolo, certamente non oneroso, l’immobile di proprietà, a bilancio per un valore stimato in 4,5 mil. di euro, all’ospedale perché ne modifichi rapidamente e radicalmente la destinazione, con un intervento preventivato di oltre 8 milioni di euro (il doppio del suo valore), grazie a soldi che proverrebbero da Regione Lombardia. Altro che chiusura del tribunale in nome della spending review!
Il progetto di sviluppo della Asst è condivisibile e sostenibile, ma ci si guardi attorno e si mettano in campo altre fra le non poche strutture cittadine rimaste inutilizzate: in zona ex Olivetti, in zona Pierina, prendendo in considerazione anche l’immobile ex Charis; non si metta la pietra tombale sulla moderna struttura del servizio giustizia, visto che il mandato amministrativo è a termine e chi arriverà a governare la città dal prossimo Giugno potrebbe avere obiettivi diversi e maggiore determinazione nel lottare per il ripristino di Tribunale e Procura della Repubblica di Crema, nei confronti del ministero della Giustizia.
POSTE
La chiusura dell’ufficio postale di Ombriano è un altro elemento di grave depauperamento dei servizi territoriali. In assenza di un trasporto urbano degno del nome, i cittadini del popoloso quartiere sono costretti a spostarsi a 2 km in quel dei Sabbioni o, peggio, a 3,5 km in quel di piazza mons. Madeo, per il ritiro delle raccomandate. Nel frattempo, la corrispondenza non arriva più con la solita regolarità e ciò causa grosse anomali e disagi: scadenze superate e conseguenti penali, materiale gestionale in assenza del quale è difficile condurre attività, mancate opportunità di lavoro, addirittura il preavviso di esumazione delle salme di familiari ecc. (basta leggere le lamentele sui social o quelle riportate dalla stampa). I pensionati di Ombriano che riscuotono in contanti perché non hanno conti per l’accreditamento, ricevono acconti non superiori a 600 euro per volta e, quindi, sono costretti a recarsi ai Sabbioni due/tre volte al mese per incassare quanto di diritto.
Oltre all mio preavviso, dato al Sindaco con un anno d’anticipo rispetto alla chiusura dell’ufficio, rimasto inascoltato e, anzi, respinto … perché lei sarebbe stata in “possesso di tutt’altre informazioni”, a chiusura avvenuta, ho seguito la vicenda, compresa l’ultima sentenza del TAR di Brescia che consiglia l’individuazione di una localizzazione intermedia ai due quartieri di Ombriano e Sabbioni.
Mi sono subito attivato, individuando un immobile nuovo, in via Toffetti; ho chiesto ai proprietari, disposti sia a vendere sia ad affittare, ho acquisito le relative planimetrie, scatti fotografici dell’immobile e dell’immenso parcheggio, sempre disponibile (circa 100 posti auto), e ho inviato tutto all’attenzione del Sindaco e dei consiglieri di maggioranza ombrianesi, nonché al Segretario Comunale. Era l’11 Novembre 2016. Ad oggi, neanche una risposta, solo un “ricevuto” come avviso di cortesia da parte della Segretaria.
Questa è l’apertura e il grado di collaborazione offertami nel quinquennio.
Tino Arpini – Solo cose buone per Crema