I bei tempi nottambuli andati, tormentati da divieti, controlli, crisi economica e dagli anni (e con essi usi, costumi e consumi) che mutano, ahimè non torneranno più, ma è comunque altresì vero che il Granducato del Tortello (non siamo a Milano e soffre pure la nightlife meneghina) per un certo (troppo?) lasso di tempo ha viaggiato al di sopra delle proprie possibilità, ergo probabilmente la verità sta nel mezzo, quel mezzo che però oggi chiama un cambio di passo radicale per provare a rianimare una città spenta.

I gestori di locali innanzitutto andrebbero trattati da imprenditori e agevolati con un trattamento fiscale (penso ad esempio a tasse sui rifiuti tarate sugli scarti effettivamente prodotti, a una riduzione dell’imposta sul plateatico e a uno sconto sull’iva e sui contributi dei dipendenti a quanti assumono) meno aggressivo e, bisognerebbe concedere loro la possibilità, laddove lo ritengano interessante, di trasferire per i mesi di giugno e luglio, i loro estivi (a zero costi istituzionali aggiuntivi) ai giardini di Porta Serio (la bruttezza si combatte con la bellezza e i giardini in un certo senso potrebbero diventare, contestualizzando il tutto, ciò che i Navigli rappresentano per Milano) o al Mercato AustroUngarico.

Parallelamente poi, affiancare ai vari eventuali chiringuiti che arriveranno eventi culturali (trasformare I Manifesti in un Festival CulturalCremasco estivo gioverebbe a tutti, no?), degustazioni enogastronomiche ed esibizioni canore di gruppi cremaschi beh non sarebbe un disegno da scartare a priori, ma per carità questa è una semplice proposta per provare a smuovere le acque stagnanti.

A Torino fino a qualche annetto fa, l’area cittadina ubicata lungo il fiume Po meglio conosciuta come il posto dei Murazzi era in mano a sbandati e delinquenti. Le cose sono migliorate notevolmente da quando bar, location e ristoranti hanno aperto i battenti proprio in quelle zone a ridosso del fiume: che non va tartassata la movida sana, vanno perseguiti e colpiti gli eccessi.

Tornando per un attimo indietro alla cosiddetta Riboli Art dell’estate scorsa, a margine di un’intervista rilasciata al sottoscritto, Beppe Riboli parlò anche così: “Ho provato a aprire una strada ma ho messo sul tavolo i soldi in anticipo. Vedremo quanti seguiranno le mie orme mettendo preventivamente mano al portafoglio”.

Stefano Mauri

Il dibattito sulla vita Notturna: il primo pezzo ed il secondo pezzo
(Visited 37 times, 1 visits today)