Cazzo, sono sicuro che sto facendo una pirlata, enorme. Oggi non fumo che se intanto mi venisse la voglia, ho la pipa. Ma la pipa bisogna saperla fumare. E soprattutto bisogna avere pazienza, tanta. Perché ‘sto cazzo di cosa, la pipa, ha deciso di prendermi per il culo. Non tira e ogni due per tre devi essere lì con uno zolfanello per rimembrargli le sue bastarde funzioni. Nel frattempo mi sono scassato un incisivo e anche i molari non hanno gradito. Io più di loro. Cazzo faccio? Esco e vado a comprarmi le sigarette. Esco? Cazzo, son tre giorni che non mi lavo. Chi se ne fotte, esco, uno spruzzattina di deodorante alle ascelle, chi se ne accorge che sono puzzolente? Guardo l’ora. Ostia, solo tabacchini notturni, e chi se ne frega, ho la bici. E pedalo verso lontani obiettivi. Cazzo guarda che bello. E sto palazzo? Bestia, ce l’ho proprio sotto il naso. E dai, anche il Duomo, fermati a guardarlo un poco meglio. Col cazzo, che l’ultimo aperto altro che pedalate gli devi dar dentro. Buonasera, quattro Ms dure. Finite. Le altre, molli. Solo due. Cazzo, m’incazzo. Ma non lo vedi che sono in crisi d’astinenza? Va bene due, e poi altri due di quello che gli sembra. Le vanno bene la Mentolo? Preferirei le francesi sporche senza filtro. Ho quello che fa per lei.
Ora, non so se mi spiego, ma la pedalata di ritorno mi sembrava di farla sopra un risotto mantecato. Pedalavo per grugni e palazzi antichi, dentro ombre e luci gialle, dentro quel poco tanto, tantissimo, ch’era la città con una sigaretta in bocca. Finii il muccio, soddisfatto, ed ero sotto le rosse mura della cattedrale.
C’è mica lì l’ultimo del turno della polizia municipale? Che ne aveva le cose piene come un toro condannato a morte! Doveva sfogarsi. Secondo le ultime disposizioni di legge è vietato buttare per terra mozziconi di sigarette. Multa.
Beppe Cerutti