Nei giorni scorsi i soci di ACSU – l’ Associazione cremasca studi universitari che garantisce il sostegno dei soci pubblici e privati alla presenza di UniMi a Crema, si sono riuniti per una audizione del direttore della sede cremasca del Dipartimento di Informatica, il prof. Nello Scarabottolo, per una doverosa, puntuale informativa rispetto alla recente delibera assunta dai docenti. L’incontro è stato convocato dal sindaco di Crema, in qualità di presidente di ACSU. Erano presenti oltre al Comune di Crema i rappresentanti di Libera Artigiani, Confartigianato Imprese Crema, Associazione Popolare per il Territorio, Associazione Industriali (con delega ad altro membro), assente giustificata la Banca Cremasca. I supporter storici della presenza di UniMi a Crema (la Provincia di Cremona è uscita da ACSU lo scorso anno, come già la CCIAA, in ragione delle evoluzioni normative circa le partecipazioni in enti e organismi terzi).
IL 14 MARZO INCONTRO CON GIANLUCA VAGO
L’audizione ha consentito ai soci di acquisire informazioni dirette rispetto alla presa di posizione dei docenti del Dipartimento e di condividere alcune riflessioni sugli scenari futuri, a cominciare dalla posizione da assumere nella interlocuzione con il rettore prof. Gianluca Vago, nelle prossime settimane. “L’incontro con il Rettore è già stato da me richiesto e l’appuntamento è per il 14 marzo”, precisa il sindaco Bonaldi. “Ci andrò personalmente, con una rappresentanza di ACSU e delle istituzioni locali”.
CONVENZIONE, AREA OMOGENEA, TESSUTO ECONOMICO
Nell’incontro di ACSU sono stati condivisi dei punti precisi: “Occorrono risposte univoche e corali, come istituzioni, come mondo socio economico del territorio e anche come politica. Non possono esserci fughe in avanti, iniziative individuali, che rischiano di disorientare gli interlocutori e dare l’idea di frammentazione”. Per quanto riguarda le strategie di breve e medio termine, si ritiene precipitosa la prospettiva di trasferire a Milano già dal prossimo anno accademico le attività didattiche del primo anno dei corsi di studio oggi attivi a Crema, decisione che non può essere solo dell’Ateneo, ma che esige un confronto e una condivisione con i partner cremaschi che hanno sostenuto in questi 20 anni la presenza universitaria in loco. “C’è una convenzione che impegna UniMi fino al 2020 a Crema e si partirà chiedendo il rispetto pieno della convenzione vigente sino a tale data”. Dopodiché si è convenuto circa un percorso di ascolto e di condivisione con gli attori locali.
Il sindaco di Crema il 21 p.v. porterà ufficialmente il tema alla attenzione del Coordinamento dell’Area Omogenea Cremasca, prospettando anche un prossimo incontro con ACSU. Un rilancio forte della presenza universitaria deve passare attraverso un ingaggio significativo non solo di Crema, ma di tutto il territorio, a partire anche dal tema della sede. La proprietà dell’immobile oggi è al 50% del Comune e al 50% della Provincia, ma la Provincia in questi anni ha drasticamente ridotto il proprio sostegno, cessando la propria partecipazione in ACSU e riducendo al lumicino i contributi per le manutenzioni dell’immobile (sostenuti così da Crema e anche dai partner privati). Se va dato un segnale forte di territorio, sarà necessario valutare il trasferimento del 50% della proprietà dalla Provincia ai Comuni Cremaschi, creando le condizioni per la fattibilità e la sostenibilità di tale operazione. Da tempo Comune di Crema e Provincia di Cremona stanno studiando operazioni che vadano in questa direzione.
Per quanto concerne le forze economiche territoriali, associazioni di categoria, CCIAA, banche e fondazioni, ACSU inviterà tutti questi soggetti ad un momento di confronto e di riflessione circa le strategie e proposte da mettere in campo. Non solo occorre parlare all’unisono, ma è chiaro per l’associazione che se la presenza universitaria a Crema e nel Cremasco è un valore tutti devono spendersi al meglio per l’obiettivo, ma anche chiarire che tipo di forze, di energie e di risorse il territorio e i suoi attori sono in grado di mettere in campo a sostegno di queste istanze.
ACSU intende confrontarsi, nelle prossime settimane, anche con i referenti dei comparti più qualificanti del tessuto economico produttivo locale: la Cosmesi e la Meccanica. Importante avere una indicazione di massima circa il loro interesse anche per iniziative formative universitarie ad hoc, e l’eventuale disponibilità a mettere in campo risorse a sostegno, al fine di presentarsi dal Rettore con un quadro abbastanza chiaro circa le possibili evoluzioni della proposta formativa universitaria locale. Ciò, tuttavia, senza introdurre ora subordinate o opzioni alternative che indeboliscano la prima richiesta del territorio: il rispetto della convenzione fino alla naturale scadenza per tenere Informatica a Crema.
LA POLITICA
Naturalmente sarà poi coinvolta la Politica, in modo trasversale. “Se ne è fatto cenno con i candidati alle elezioni regionali, lo si farà anche con chi è in lista per il Parlamento, ma vi sarà un preciso coinvolgimento degli eletti il 4 Marzo: a loro si chiederà di farsi carico delle istanze locali così come definitesi attraverso il percorso sopra detto. Sempre in modo corale e condiviso con il territorio”, conclude Stefania Bonaldi, “perché ACSU intende tenere in mano la regia dell’interlocuzione, proprio per evitare di dare una immagine di frammentazione e debolezza”.