Verso le Elezioni Europee 2024, “Europa: Vaso di Coccio tra Vasi di Ferro?”

Verso le Elezioni Europee 2024, “Europa: Vaso di Coccio tra Vasi di Ferro?”
Lunedì 6 maggio 2024, alle ore 21:00 presso la Sala Alessandrini in Via Matilde di Canossa, 20, avrà luogo un evento di rilevanza internazionale dal titolo “Europa: Vaso di Coccio tra Vasi di Ferro?”.

Al “quartier europien” della città di Strasburgo sorgono due grandi palazzi sede di due Parlamenti: il Consiglio d’Europa (CdE) e il Parlamento dell’Unione Europea (UE). Il CdE è l’istituzione più antica (1949) oggi vi aderiscono 46 Stati; la Russia, presente dal 1996 nel 2022 è stata sospesa dopo l’invasione armata dell’Ucraina. La UE, istituita nel 1992 come sviluppo della Comunità Economica Europea (27 ad oggi gli stati membri). Mentre il CdE è formato da delegazioni di parlamentari dei vari Stati membri, il parlamento della UE viene eletto direttamente dai cittadini. Le finalità del Consiglio d’Europa, nato all’indomani della tragedia della guerra, sono la difesa dei diritti umani, della democrazia, dello stato di diritto, della cooperazione tra popoli e nazioni. L’Unione Europea, ispirandosi a questi principi, sottoscrive trattati con precise norme relative alla moneta unica, alla politica estera e i sicurezza, di salvaguardia dell’ambiente, del commercio, di giustizia e affari interni ecc. trattati che potrebbero presupporre la cessione alla UE di parte della “sovranità” di ciascun Stato membro ad un’Europa federale, oppure limitati a questo o a quel provvedimento d’interesse comune? Questione aperta e fondamentale, come impegnative saranno le decisioni da assumere sia riguardo al funzionamento e alle prerogative delle varie istituzioni ed organismi europei, ma specialmente riguardo al ruolo che la UE dovrà assumere sullo scenario mondiale che vede troppe situazioni di ingiustizie e di guerre. Responsabilità per il nuovo Parlamento, ma responsabilità per noi cittadini che dovremo scegliere i rappresentanti dei 448 milioni di abitanti dell’Unione Europea.

Sul tema EUROPA: VASO DI COCCIO TRA VASI DI FERRO? interverranno Gianni Risari, già parlamentare e membro del Consiglio d’Europa e il prof. Davide Zecca, docente di diritto pubblico comparato.

Scuola di Educazione alla Politica Europa 2.0
Verso le Elezioni Europee 2024: per un’Europa seminatrice di Pace

Una delega al nuovo parlamento europeo
Due guerre (per non parlare dei tanti conflitti lontani dai riflettori del mass-media) con gli inevitabili danni collaterali, in primis la falcidie di migliaia e migliaia di civili e una vera e propria strage di bambini.
Due guerre che non possono non inquietarci e, nello stesso, non interrogarci: l’Unione europea si è attivata in tutti i modi per disinnescare le bombe che poi sono esplose o è stata colpevolmente alla finestra?
Le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo sono un appuntamento che non possiamo permetterci di perdere: sottoporremo a tutti i candidati della nostra circoscrizione (e relative forze politiche) un documento che li impegni ad attivarsi perché l’Europa giochi tutte le possibili carte politiche e diplomatiche affinché il conflitto in atto in Ucraina sia L’ULTIMA GUERRA DEL CONTINENTE e perché la guerra infinita tra palestinesi e lo Stato d’Israele trovi una soluzione definitiva.

Il rischio di una guerra globale
L’Unione europea, con tutti i suoi limiti e con tutte le sue potenzialità ancora inespresse, ha saputo costruire, sulle macerie di due conflitti sanguinosi che hanno provocato decine e decine di milioni di vittime, oltre 70 anni di pace dimostrando con i fatti che le pur legittime controversie internazionali possono essere risolte con le uniche armi del dialogo, in altre parole con l’arte della politica. Ha, di conseguenza, tutte le carte in regola da giocare per assumere il prezioso ruolo di costruttrice di pace.
Non a caso la Scuola di educazione alla politica ha scelto per il corso edizione 2024 il tema della pace: un bene senza il quale ogni altro valore viene sconvolto.
Non possiamo far finta che le due guerre in questione non ci toccano da vicino: la guerra in Ucraina non solo ha ulteriormente alimentato l’inflazione che ci ha drasticamente penalizzato, non solo ha contribuito in modo considerevole a frenare il processo di globalizzazione che pure aveva liberato dalla fame e dalla miseria non meno di un miliardo di persone, ma ha coinvolto direttamente i Paesi occidentali in termini di invio di armi al governo di Kiev; la guerra nel Medio Oriente, poi, oltre al rischio di una nuova impennata di atti terroristici in Europa che può generare, corre il pericolo, come ogni guerra “regionale” di diventare una guerra “globale” (la “crisi” del Mar Rosso, con tutte le conseguenze economiche che riguardano tutti noi, ne è una prova).

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