Ho completato a Cremona un percorso umano e professionale caratterizzato da numerosi e intensi rapporti umani, un impegno forte e grandi soddisfazioni.

Sono trascorsi quattro anni intensi e bellissimi, che hanno animato l’entusiasmo nella città, tra i tifosi e in tutte le componenti societarie e tecniche.

E’ stato un ciclo collettivo e personale esaltante, che mi ha fatto sentire uno di voi e consentito di vivere un’esperienza dai contenuti forti in un ambiente straordinariamente appassionato e professionale.

Tutti insieme e con unità d’intenti abbiamo raggiunto risultati che hanno contribuito ad arricchire la storia di questo glorioso sodalizio, con la squadra tornata in Serie B dopo undici anni. E’ stato un cammino lungo, faticoso e importante, a cui ognuno ha contribuito per la propria parte. All’interno ho sempre cercato un legame profondo e sincero che andasse al di là del ruolo. Ho messo tutto me stesso in questa avventura sportiva, agevolato da una società forte, seria e organizzata come poche.

Sarò sempre grato al cavalier Giovanni Arvedi. E’ molto più di un patron, è una persona speciale che ho sempre visto come una risorsa unica e straordinaria per la città di Cremona. Ho condiviso con lui un cammino che mi ha reso un uomo più completo e un professionista più responsabile. Lo ringrazio pubblicamente per la fiducia che ha riposto in me, per avermi dato la possibilità di mettere al servizio della società l’impegno e la dedizione per la causa grigiorossa.

La Cremonese deve molto al patron Arvedi che ha investito risorse economiche e umane puntando sempre al massimo obiettivo possibile, raggiunto l’anno scorso suscitando una gioia e orgoglio d’appartenenza difficile da descrivere. Ringrazio il presidente Paolo Rossi, i dirigenti, i collaboratori, i tecnici, lo staff di tutti i settori e la stampa locale, che in questi quattro anni hanno contribuito a rendere possibile tutto ciò. Sono una parte di me. Il centro Arvedi, lo “Zini” e gli impianti sportivi sono stati una seconda casa.

Non tutti hanno condiviso con noi integralmente gli obiettivi, forse non comprendendo a pieno la portata di quanto si stava facendo: forse il tempo e la serenità nella valutazione aiuteranno a comprendere il valore di questo ciclo positivo e vincente. Ciò detto sicuramente non porto rancore a nessuno e non ho rimpianti.

Ho dato il massimo, ogni giorno, commettendo anche errori in cui può incappare soltanto chi lavora e si impegna al meglio delle proprie possibilità, ma pronto a risponderne in prima persona.

Sarò sempre uno di voi, un tifoso della Cremonese. Porterò nel cuore e nella vita di ogni giorno questa esperienza. Penso che la missione non sia ancora completata. Dopo aver consolidato la Sere B, al termine di una stagione non facile anche per i contrattempi che l’hanno condizionata, c’è un sogno che si chiama Serie A. La città e la società possono raggiungere insieme un altro obiettivo, puntando su adeguate professionalità e mantenendo la stessa passione.

Grazie per avermi accolto e fatto vivere tutto questo.

Stefano Giammarioli

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