Se non ci fosse stato “Sentiero Pellerossa” di Joyce Sequichie Hifler probabilmente il brano a cui sto lavorando non sarebbe stato tale. E’ nato infatti dalla profonda stima che ho nei confronti dei nativi d’America, dei “pellerossa”, e in particolare degli Cherokee e della loro immensa tradizione culturale e sapienziale.

Ho cercato di descrivere in breve il mondo in cui viviamo cercando di farlo come lo farebbe uno

sciamano, guardando un Oltre, allargando la visione. Così persone racconta nel libro come Capo Seattle, Falco Nero, Satanta, Tecumseh e Ohiyesa sono in qualche modo “entrate” in questa canzone, che forse è una forma di meditazione per chitarra elettrica, o un grido di denuncia a bassa voce.

Oppure, semplicemente, è una canzone importante per me, per la mia presenza nel mondo, per quel tanto di difesa dalle tante tossicità del nostro tempo di cui abbiamo bisogno.

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