Allora intanto applausi per gli addetti ai lavori (commercianti, professionisti, artigiani, viticoltori, cuochi, pizzaioli, enogastronomi) che con coraggio, generosi e (sì) coraggiosi attori – protagonisti imprenditori ecco hanno messo mano al portafoglio per partecipare, con uno stand ad hoc, al “Bontà 2018” di Cremona. Quest’anno gli operatori in gioco hanno registrato una lieve flessione rispetto alle passate edizioni del Salone delle Eccellenze enogastronomiche – tecnologiche dei territori, ma la qualità è rimasta elevata. Massimo Mascherpa per la prima volta ha riportato in territorio cremonese i vini Made in La Tognazza, vale a dire le bottiglie caro all’indimenticato e leggendario Ugo Tognazzi. Sempre Mascherpa ha inoltre messo in giusta evidenza i prodotti selezionati e prodotti direttamente da Bottega, brand che ormai è una vera e propria istituzione del settore. Chapeau a lui e ai suoi collaboratori.
Quando le bocce poi si saranno fermate, con calma scatterà la discussione, fondamentale e importante per ridisegnare il domani della comunque importante rassegna consacrata al food, evento certamente da rivedere e riproporre con qualche costruttiva e avveniristica avvertenza. Questo mentre qualcuno già lascia intuire che il Bontà potrebbe assumere a breve cadenza biennale. Ah … che edizione è stata quella da poco in archivio? Giudizio più che positivo che la gente ha gradito e a breve, allorquando cioè gli interpreti riceveranno, o meno, gli ordini… beh capiremo se il Bontà 2018 ha funzionato. No?
Stefano Mauri