Corrado Barbieri, o meglio, Il Corra… sempre al servizio della bella, vivace, varia, grandiosa, gettonata, frequentata e variegata movida notturna che fu, fino alla metà degli anni Novanta quella cremasca, ecco è stato tante belle cose: Dj, barista, addetto all’ingresso (o butta dentro che dir si voglia) e al guardaroba, trasformista, animatore notturno, autore e interprete di spettacoli e rivisitazioni teatrali, fantasista, nottologo. Ah … ha girato locali quali Nekente (Cremona), Mea Culpa (Madignano), Tere Viri (Castelleone) e Motion (Madone, Bergamo), Il Corra, ma … beh, soprattutto il suo nome è e resterà legato al leggendario, unico, inimitabile Zang Tumb Tumb. Col “Corra Zang”, sì questo è il suo gettonato soprannome o socialnome, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
Vi siete accorti di aver fatto epoca con lo Zang Tumb Tumb dei bei tempi che furono?
Sì e pensa che, ben prima dell’era social che è poi questa attuale, tutti ci conoscevano proprio per il nostro lavoro, quotidiano, allo Zang. Il genio di Beppe Riboli, anno dopo anno e sempre in modo diverso, lo Zang Tumb Tumb lo inventava. Pietro, Dario e io, lo facevamo vivere. Ringrazio loro e Angelo Re per avermi coinvolto in quelle irripetibili, dense, nottate. Ergo, se sono riconosciuto come “Corra Zang” lo devo sostanzialmente a loro, che mi hanno sempre dato carta bianca per tutto… diciamo che mi sono trovato al posto giusto al momento giusto e soprattutto con le persone giuste…
Manca oggi un locale del genere nel Granducato del Tortello…
È vero, ma siamo sicuri otterrebbe lo stesso successo dei locali di quegli anni? È mutata un’epoca e con essa gusti, abitudini, usanze, rituali ed esigenze. Io mi ritengo fortunato di aver vissuto e contribuito alla “notte” di quegli anni… ora sinceramente non mi pongo il problema di cosa può offrire la notte cremasca, per parafrasare “Noodles – De Niro”: vado a letto presto la sera, ma da quanto mi sembra di capire, la nostra città offre poco…
In un certo senso eravate cultura creativa della notte…
All’epoca dello Zang scrissi i testi per spettacoli/musical che poi rappresentavamo. Spettacoli questi che si rifacevano ai testi quali i Promessi Sposi e la Divina Commedia ma trasposti e adattati allo “stile Zang”. Gli attori, oltre a Dario Pietro e il sottoscritto, erano clienti che si mettevano in gioco. Questo ha permesso la creazione di un gruppo affiatato con cui si condivideva non solo il palcoscenico e le notti Zang ma anche cene, tempo libero… Siamo sempre stati attenti a creare intrattenimenti culturali, per offrire una ragione in più ai clienti di “sceglierci”, ma non eravamo gli unici, basti pensare al Ritmia coi suoi famosi Live. La funzione del locale era il “guadagno”, ma lo si perseguiva cercando di coccolare il cliente. Quante ne abbiamo fatte, te ne racconto una, fra le tante trovate, che… non mi uscirà mai dalla mente. Una stagione, credo il 2007 Pietro e Dario ci eravamo inventati dei piccoli omaggi ai clienti, delle “bomboniere” a costo zero da regalare ai primi 100 che si presentavano (so che alcuni ancora le conservano, mio Dio). Così mettemmo sul piatto pepite d’oro del Serio (sassolini verniciati a spruzzo), viagra dei poveri (un peperoncino confezionato), ma quella che più è andata a ruba fu una fialetta in vetro contenente “Aria dello Zang raccolta alle 4 di notte”: ce l’hanno bruciata. Nel giro di un’ora non avevamo più fiale. Lo Zang inoltre è stato il primo locale a organizzare al suo interno mostre personali e collettive di artisti locali che avevano modo così di farsi conoscere: Mettevamo a disposizione gratuitamente lo spazio e gli artisti riempivano le pareti con le loro opere, il locale cambiava di conseguenza veste a ogni mostra.
Sì, erano belle notti quelle… tutti arrivavano a Crema e trovavano locali per ogni gusto, in ogni giorno della settimana. E non ci facevamo concorrenza spietata, eravamo complementari e creammo un sistema che funzionava e sapeva intrattenere. Poi tutto è finito, per vari motivi.
Che fai nel frattempo oltre a lavorare alle porte di Milano?
Mi tengo impegnato e … collaboro alle attività del comune di Ripalta Cremasca, il mio paese, cerco di trasferire, mettere a disposizione la mia esperienza nella promozione e nella proposta di eventi culturali.
Insomma sta esportando e mantenendo così in vita il cosiddetto “Metodo Zang Tumb Tumb”…
Più che mantenere in vita, che, mah … suonerebbe anacronistico, uso ed esporto l’esperienza Zang, ed è anche il mio modo per ricordare lo Zang che fu. Si perché quello dello Zang Tumb Tumb, può essere solo un ricordo. Spesso incontro gente che si lamenta: “manca lo Zang”, “ci vorrebbe un altro Zang”… ecco, la storia non si ripete, dicono! Ma la storia insegna: e lo Zang l’ha fatta, la storia. E questo nessuno lo può negare.
Stefano Mauri