Leggo ricostruzioni gravemente distorte di quanto avvenuto in Consiglio Provinciale sull’emendamento relativo alla divisione dello Stanga nei due ambiti scolastici territoriali. Ricostruzioni viziate da deliberata volontà, da parte della Lega, di falsare la sostanza dei fatti, che richiedono una risposta ferma, in tutte le sedi competenti, perché tollerare smottamenti così incredibili della politica significa rendersi complici della sua decadenza e ferire l’interesse dei cittadini; del resto nel dibattitto politico ognuno porta ciò che possiede, fossero anche solo aggressività e cialtroneria.
le bugie della lega
Un copione macchiato da falsità imbarazzanti. Nella conferenza stampa di ieri mattina (di cui conservo le registrazioni vocali) se ne contavano almeno tre.
La prima riguarda il fatto che la Lega sia stata promotrice dell’emendamento. Una falsità colossale, persino difficile da commentare. Vero che Virgilio Uberti nei mesi scorsi aveva presentato numerose ipotesi di aggregazione e di ricomposizione delle scuole cremasche, che pure dotate di una logica complessiva scontavano innumerevoli problematiche di ordine tecnico e logistico, andando a toccare quasi tutte le scuole superiori cittadine. Peraltro sortendo anche l’effetto di creare una generale apprensione in tutto il mondo della scuola, per alcune improvvide e sconclusionate sortite mediatiche estive.
L’emendamento sullo Stanga è stato materialmente redatto dalla sottoscritta e poi depositato in consiglio provinciale, venerdì mattina, dopo avere raccolto l’adesione degli altri 5 consiglieri provinciali cremaschi, di modo che potessi firmarlo io a nome di tutti e sei. Cosa che è avvenuta, come possono testimoniare, nell’ordine: gli uffici provinciali; il dirigente Placchi (che infatti ha indirizzato prioritariamente alla sottoscritta il parere tecnico); tutti i consiglieri provinciali che da me hanno ricevuto la mail con l’emendamento e, infine, anche i sindaci Polig e Casorati.
La prima, come il consigliere Uberti, si era fatta latrice di alcune puntuali proposte di dimensionamento scolastico discusse in comitato. Il secondo, in qualità di presidente dell’area omogenea cremasca.
La seconda falsità sta nel fatto che la Lega afferma di avere inseguito la firma di tutti i consiglieri. Tenuto conto che l’inclinazione al dialogo politico del segretario leghista Agazzi è, a essere molto generosi, carente, si tratta di un’altra grande falsità in quanto le adesioni sono state raccolte da me personalmente, contattando uno ad uno i consiglieri provinciali, Virgilio Uberti incluso. L’unica verosimiglianza è che la Lega potrebbe avere ottenuto l’adesione del sindaco / consigliere Paolo Abruzzi.
La terza falsità è contenuta nell’affermazione che la firma trasversale e coesa fosse per la Lega un valore. La spregiudicatezza di questa affermazione è tutta in un messaggio del mio assessore all’Istruzione Attilio Galmozzi dello scorso 18 ottobre, anche questo a disposizione, come le registrazioni della surreale conferenza stampa. Attilio mi riferiva che, secondo il segretario della Lega Agazzi, l’emendamento alla delibera di Viola sarebbe passato solo se firmato da Uberti, poiché un emendamento a firma della sottoscritta e di Rossoni non sarebbe stato votato dai consiglieri Lupo Stanghellini e Abruzzi, per ragioni politiche interne al centrodestra. In tale circostanza chiedevo a Galmozzi di riferire al “dialogante” Agazzi che avevo già sentito tutti i tre colleghi consiglieri cremaschi del centrodestra, ed avevo già trovato convergenza su un testo sostenuto da tutti.
Una trasversalità da me e da tutti ricercata, proprio perché il tema dello Stanga è territoriale, riguarda il Cremasco nel suo complesso e non una parte di esso e nemmeno un solo partito politico. Era importante ricercare condivisione per dare forza e credibilità all’emendamento.
la sostanza dell’emendamento
L’emendamento intendeva individuare un’ipotesi di dimensionamento dello Stanga senza interessare troppi istituti cremaschi o cremonesi, ipotesi su cui riuscire a fare convergere il maggior numero di adesioni. La divisione dell’istituto nei due ambiti scolastici territoriali era parsa, anche nelle discussioni nel comitato consultivo provinciale, la soluzione più condivisibile e sostenibile, il denominatore comune.
Mi sono mossa in quest’alveo, coordinandomi i colleghi consiglieri, poi traendo spunto anche dalle numerose proposte avanzate nell’estate da Virginio Uberti e da Maria Luise Polig, ai quali va dato atto di avere lavorato sull’argomento e di avere avviato autonomi e importanti confronti con docenti, dirigenti e famiglie.
Voglio aggiungere che la proposta non conteneva alcunché di campanilistico, come qualche opinionista, che scambia il servizio dell’informazione con la catechesi quaresimale, aveva eccepito. Si tratta semplicemente della richiesta di un territorio, volta a ottenere la separazione di un istituto a scavalco, per ovviare ai disagi sul personale docente ed ATA, sugli alunni e sull’organizzazione scolastica nel suo complesso. Un progresso che non prevedeva la creazione di una nuova dirigenza a Crema, perché le sezioni scorporate si sarebbero aggregate allo Sraffa-Marazzi per costruire un Polo agromeccanico e agroalimentare-turistico. Senza rinunciare alla autonomia scolastica dello Stanga cremonese, proponendo che ad esso fosse accorpata la sezione turistica dell’Einaudi, onde superare il “minimo richiesto” di 600 iscritti annui.
In sostanza, si chiedeva a Cremona e al territorio Cremonese, in termini di reciprocità, di ricambiare quell’approccio solidale assunto negli anni scorsi, quando il Cremasco non ha avuto dubbi nel dividere il liceo artistico Munari di Crema per consentire che la sezione cremonese salvasse l’autonomia scolastica dello Stradivari (liuteria), o lasciando le sezioni del Marazzi di Crema al loro destino, al fine di accorpare, a Cremona, l’APC con l’I.I.S Torriani, onde tutelarne il corretto dimensionamento.
Peccato che ancora una volta i rappresentanti cremonesi presenti abbiano perpetuato l’atteggiamento, questo sì, campanilistico, e peccato che fra loro vi fossero ben 4 esponenti (oltre all’astenuto Calvi di cui diremo in seguito) del Partito Democratico, il mio partito. Un fatto incontestabile, che certamente gli avversari fanno bene a rimarcare, perché pone in evidenza come il tema del dialogo del territorio cremasco con il cremonese non sia più procrastinabile. Scuola, sanità, risorse socio-sanitarie, persino conferimenti a Padania Acque delle reti Idriche, scontano pesi e misure diversi in funzione dei territori di cui si discute. La politica, tutta, deve prenderne atto, ma in primo luogo lo deve fare il mio partito. In modo non occasionale, ponendo a tema una volta per tutte la questione di questo dialogo e rapporto fra Territori. Il partito è provinciale, non cremonese, chi non intende questo elementare principio, è meglio si dedichi ad altro.
la decisione del consigliere calvi
Circa la decisione del consigliere Fabio Calvi, firmatario dell’emendamento, di astenersi sullo stesso in sede di votazione direi che non ci sono parole se non quelle già rivolte all’interessato.
I comportamenti di chi riveste cariche pubbliche si spiegano da soli, dunque inutile commentare. Detto questo, la defezione di quest’uomo, libero firmatario dell’emendamento, rimane un mistero, ma come sempre non è la leggerezza a pagare, semmai il territorio, quello Cremasco nello specifico, che perde un’occasione preziosa.
Un territorio per il quale rivendico un’azione di servizio, di impegno costante e significativo, per questo mi appaiono irresponsabili i tardivi appelli alla unità e alla coesione del consigliere Fabio Calvi, che, dal punto di vista del risultato pratico, fanno il paio con la falsa e diffamante propaganda leghista.
Stefania Bonaldi -Sindaco di Crema