Quasi 200 presenze in serie A, con le maglie di Napoli e Parma su tutte. Poi la grande chance, a nemmeno 39 anni, da allenatore in serie D, iniziata con un ruolino di marcia forse al di là di ogni più rosea aspettativa. Matteo Contini (nella foto è ripreso con la moglie Micol Azzurro) ha trascinato la Pergolettesein testa al girone D di serie D con una striscia di 13 vittorie e 1 pareggio nelle ultime 15 partite. Una marcia spedita quella della società lombarda, che negli ultimi due mesi ha staccato la Reggio Audace e ora si giocherà presumibilmente fino alla fine del campionato la promozione in serie C in un testa a testa da brividi con il Modena, al momento distante 4 punti dalla capolista. Il tecnico originario di Varese, subentrato a Ivan Del Prato, però, è già fiero dei suoi ragazzi, ai quali riserverà comunque un applauso al termine della stagione per quanto fatto, e chissà che non riuscirà a ripercorrere le orme dei suoi maestri, Davide Nicola e Fabio Liverani.
Mister, un momento d’oro per te e per i tuoi ragazzi, anche domenica un altro successo rotondo. Merito del cambio di modulo?
?Devo essere onesto, il risultato di domenica (successo per 4-1 ai danni della Vigor Carpaneto), forse è stato un po’ bugiardo, perché i nostri avversari hanno disputato una buona partita, nei primi 20′ ci hanno omesso in grande difficoltà. Per noi era la prima volta che usavamo questo sistema di gioco (4-3-1-2 ndr), non avevamo inizialmente le giuste distanze, ma ai ragazzi non posso dire nulla, perché mi hanno dato sempre grande disponibilità. Forse dopo essere andati in svantaggio ci siamo fatti prendere dalla foga di ribaltare subito il risultato e abbiamo sbagliato qualche uscita di troppo, poi però abbiamo preso il pallino del gioco in mano e abbiamo portato a casa la vittoria. La Vigor Carpaneto è una buona squadra che gioca palla a terra e ha ottimi giocatori. Per la prima volta abbiamo deciso, insieme al mio staff, di cambiare modulo e passare dal 4-3-3, al 4-3-1-2, anche per togliere loro fonti di gioco davanti alla difesa, dato che sono moto bravi a giocare la palla, nel palleggio. Non la buttano mai, anche per questo abbiamo utilizzato questa soluzione, e secondo me siamo stati bravi, perché abbiamo cercato di limitare la fonte di gioco del play avversario?.
L’anno scorso vivevi ancora nei panni del calciatore, poi la chiamata in panchina da parte della Pergolettese e un rendimento da record. Come è nata la scelta di allenare dopo l’addio al calcio giocato?
?Già l’anno sorso avevo intenzione di smettere e prendere il patentino per allenare, nel frattempo cercavo una squadra per mantenermi in forma e e disputare la mia ultima stagione da calciatore. Così ho incontrato il presidente che mi ha offerto di giocare qui, chiedendomi una mano con le giovanili e con la promessa che in caso fosse uscito il corso da allenatore mi avrebbe permesso di saltare qualche allenamento per seguire le lezioni. Avevo iniziato già in passato il corso Uefa B a Coverciano ma l’ho dovuto interrompere a causa della chiamata della Carrarese. L’avventura carrarina però, dopo neanche un mese, era già finita ed è arrivata la chiamata della Pergolettese e devo ammettere che è stata una scelta molto fortunata. Ho seguito il corso combinato Uefa B-Uefa A che abilita all’allenamento di tutte le formazioni giovanili e delle prime squadre fino alla Serie C?.
La tua carriera da allenatore è agli inizi, ma hai una carriera da calciatore così lunga alle spalle, con tanti tecnici preparati. Quali moduli e segreti ha provato a “rubare”?
?Io penso che tutti i moduli sono belli, sono gli interpreti a fare la differenza, mi baso sulle caratteristiche dei miei giocatori, cerco di sfruttare i punti di forza della rosa che ho a disposizione, magari sapendo che in alcune zone posso restare scoperto. Non ho uno schema fisso da seguire. Ho avuto tanti allenatori importanti, in questi casi, specie per chi è all’inizio come me, si cerca di prendere qualcosa un po’ da tutti. Sinceramente all’inizio avevo un po’ di timore sulla gestione del gruppo, non avendo nessuna esperienza pregressa e soprattutto perché della rosa dell’anno scorso ne sono rimasti in pochi, solo 5 erano miei compagni di squadra da calciatori. Invece devo ammettere che ho trovato un gruppo fantastico, che mi ha ascoltato fin dal primo giorno. Non ho avuto la pretesa di usare bacchetta magica, ma ho provato a farli sentire importanti, dicendo ai ragazzi che non meritavano affatto la posizione in classifica che occupavano quando sono arrivato?.
E se proprio dovessi indicare i tuoi maestri?
?Di tecnici ne ho avuti tanti, capisci anche passando dall’altro lato come funzionano le cose. Quello su cui mi impegno di più è cercare di avere rapporti leali, non ripetendo atteggiamenti che magari da calciatore mi davano fastidio. Per me è basato tutto sull’onestà dei rapporti, è la miglior cosa che ci sia. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di avere allenatori bravi e preparati che stanno dimostrando tutto il loro valore, in particolare Fabio Liverani (tecnico del Lecce che sta ben figurando in B), e Davide Nicola, (chiamato da Pozzo a salvare l’Udinese), che sul finale della mia carriera mi hanno fatto venire voglia di mettermi alla prova in questa nuova avventura?.
Adesso la volata finale in campionato, come vivrai queste intense settimane che ti aspettano e cosa speri per il tuo futuro?
?Con tanto entusiasmo, proprio come il primo giorno che sono stato chiamato ad allenare, poi sarà il campo a dire l’ultima parola. Ci vorrà un po’ di fortuna, considerando che Modena e Reggio Audace sono state costruite per vincere, hanno speso molto più di noi, hanno sulla carta giocatori più bravi ed esperti dei miei, proprio per questo al di là di come andrà a finire non posso che fare un applauso ai miei ragazzi, non mi sbilancio oltre per scaramanzia. In futuro spero di poter continuare questa carriera, perché mi piace, ci metto molta passione e faccio tanti sacrifici. Mi godo il presente, vivo alla giornata sapendo di poter contare sul supporto di una società seria e con grandi ambizioni. Poi ognuno si augura il meglio per la propria carriera, ma sono consapevole che ci sono saranno tante difficoltà ed è li che servirà la forza per superarle. Il resto, come diceva Battisti, lo scopriremo solo vivendo…?
Stefano Mauri
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