Premessa doverosa: Alcova è il nome di una delle più importanti camere di Villa Fornace (storica dimora dei Vistarino, famiglia per così dire “di…vina” che tanto ha fatto, fa e sicuramente altrettanto in futuro farà per l’enologia italica), ma è soprattutto la denominazione del vino Bonarda Conte Vistarino; rosso … questo tipico da quelle parti dell’Oltrepò Pavese e … dalla cantina di Tenuta di Rocca dè Giorgi sì, interpretato al meglio, proprio come appunto il Bonarda modernista dovrebbe essere in quest’Italia 4.0. Degustare per credere e … Chapeau! E complimenti per l’azzeccato, importantissimo nome che richiama appunto sicurezze familiari e sentimenti appassionatamente, densi.
Ottenuto da uve Croatina, il colore dell’Alcova Doc è rosso rubino intenso coi tipici riflessi viola.
I profumi? Ricchi, vari, variegati, immediati, vinosi e riportanti a tipicissimi sentori di frutti rossi.
I sapori in bocca? Morbidezza, corpo, equilibrio, acidità spettacolare, freschezza e, in questa fattispecie … tanto spettacolare, quando stupefacente eleganza, soprattutto emergono creando un mix spettacolare di aromi per un quadro globale letteralmente pirotecnico.
Non a caso infatti l’Alcova con la pizza sa incantare, senza stancare (provatelo), ma anche con risotti al ragù o alla salsiccia, o con pastasciutta al sugo e salumi, questo rosso di Pavia, sì … si abbina splendidamente. Ah … provato con uno spezzatino di carne e piselli e con un chili non eccessivamente piccante, l’Alcova, Bonarda (svetta perché futurista … guarda avanti senza dimenticare le origini) che è tutto un equilibrio sopra eleganze e carattere, appassionandomi mi ha emozionato.