Appena sbarcato il libreria con l’ultimissima storia del commissario Soneri tratta dalla realtà, intitolata La paura nell’anima, edita da Frassinelli, Valerio Varesi, appunto con questo libro è già diventato un caso letterario con tante, tantissime copie vendute. Con lui, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere…
Innanzitutto un chiarimento: la copertina del tuo ultimo libro riporta testualmente: “L’ultima indagine del Commissario Soneri”. Ma … va in pensione sul serio o semplicemente è per ribadire che il libro è cronologicamente attuale e riporta quindi l’ultimissima avventura del poliziotto più famoso di Parma in attesa di nuovi casi?
No, non va in pensione, almeno per ora. S’intende l’ultima indagine in senso cronologico e credo che Soneri affronterà nuovi casi. Mi ha fatto però piacere che molti lettori abbiano vissuto quella scritta con una certa apprensione, significa che sono affezionati al personaggio
Con “La paura nell’anima” prendi spunto dal reale, da una brutta vicenda realmente accaduta…
Sì, quella di ‘Igor il russo’ alias Norbert Fehler, un uomo che è riuscito a entrare in carcere con un nome falso e ha terrorizzato la pianura tra Bologna e Ferrara per mesi dopo aver ucciso due persone. Questo fatto mi ha permesso di raccontare la paura, quella fisica generata dalla presenza/assenza di un killer e quella scatenata di riflesso, ma forse più subdola, che è la nostra paura esistenziale nata da un’epoca difficile e caratterizzata dall’assenza di certezze.
Ma trai spesso le tue storie gialle dalla realtà?
Quasi sempre. La realtà è la fonte ispiratrice di uno scrittore. Mi sembra persino superfluo ricordarlo. Ci sono fatti di cronaca che racchiudono un significato implicito e profondo che uno scrittore deve estrarre con l’approfondimento e l’interpretazione.
Oltre alla promozione del tuo ultimissimo romanzo hai altri progetti editoriali in cantiere?
Proseguirò con l’altro filone della mia narrativa, che è altro dal noir. Voglio raccontare l’epoca virtuale, quella dove le persone si trasformano in fantasmi e tutti noi dialoghiamo con fantasmi.
Ogni tanto passi da Crema per qualche evento culturale che ti riguarda: hai mai provato i Tortelli Cremaschi?
Mi mancano. La prossima volta che vengo, assieme agli amici Anna e Giovanni, voglio assaggiarli. Tu mi farai da cicerone”.
A Soneri piacerebbe Crema?
Essendo un uomo che ama la nebbia, credo proprio di sì. Parma, in quanto a clima, non credo sia molto diversa da Crema.
Stefano Mauri